C’è proprio chi non vuole arrendersi mai. Una di queste persone dalla tempra dura e dallo spirito saldo è Costantina D’Amato, palermitana d’adozione e piemontese di nascita. Classe 1919, Costantina a 10 anni era già campionessa piemontese di tuffi. Con affetto ricorda il padre: «Voleva che io sapessi nuotare perché il nuoto è una difesa. Lui non era capace ma voleva che la sua bambina se la sapesse cavare da sola». Costantina sposa un neuropsichiatra che per motivi di lavoro si trasferisce a Palermo. All’età di 70 anni decide di tornare a nuotare per sentirsi bene come quando era giovane. Prima di rientrare in acqua alla Polisportiva Belgio le fanno fare una prova. Lei si tuffa e va spedita. L’istruttore subito stupito le dice: «Sei roba da campionato nazionale di nuoto».
Costantina soffre di diabete e il suo vanto è quello di misurarsi la glicemia prima e dopo l’allenamento: «Facendo nuoto tengo a bada il diabete senza medicine e con un po’ di dieta. Nella vita l’importante è non arrendersi mai - dice - ho subito due interventi alle gambe perché soffro di una cattiva circolazione del sangue negli arti inferiori. Con il nuoto risolvo anche questo problema». Costantina è stata anche invitata in tv e in quella occasione le hanno chiesto di portare le sue medaglie. «Ho preso un lungo telo di velluto rosso – spiega - e con pazienza ho cucito lì tutte le mie trecento medaglie». Il sogno nel cassetto che Costantina non ha potuto ancora realizzare è quello di vedere in ogni quartiere delle città una piscina dove ogni bambino abbia la possibilità d’imparare a nuotare. Ma attenzione, se la incontrate in piscina non cercate di aiutarla a scendere la scaletta: «Nessuno mi deve sorreggere, quando io arrivo, per partire faccio il tuffo e via!».
S.I.
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