PALERMO. Un asinello grigio siciliano, tre lepri della Patagonia, alcuni emù e persino un lama. Sono i neo arrivati al Bioparco di Sicilia di Carini, in provincia di Palermo. Sono così 65 le specie di animali presenti all'interno della struttura, ciascuna delle quali rappresentanti una precisa area geografica del mondo. Fiocco rosa al Bioparco: le due ultime arrivate si chiamano Serafina e Agostina e sono rispettivamente un asinello grigio, tipico esemplare siciliano, e un lama, originario del Perù, ma nato all'interno della struttura da due genitori, Sonia e Ferdinando, anche loro di origini sudamericane, ma provenienti da allevamenti italiani. Poche settimane fa, invece, è venuto alla luce anche un daino, della specie proveniente dall'area mediterranea.
Così, nei mesi di luglio e agosto, gli altri animali hanno dato il benvenuto anche a tre lepri della Patagonia, specie diffusa appunto nell'America meridionale, in particolare in Argentina. Il maggiore dei «bebè» è invece un emù, esemplare australiano, anch'esso nato da genitori cresciuti in cattività. Dalla Sicilia insomma fino all'Australia, passando per l'Asia e il Sud America, gli esemplari presenti al Bioparco di Sicilia sono tanti e quest'anno il numero è salito a oltre 65 specie ospitate, ciascuna delle quali conta diversi individui, rappresentanti un continente o una precisa area geografica. «Per la maggior parte degli esemplari, si tratta di animali nati in cattività, dunque provenienti da allevamenti - precisa Antonella Fiorello, responsabile scientifico del bioparco -. Di solito, c'è uno scambio di animali fra i parchi. Una volta ospitati nella struttura, vengono seguiti nell'alimentazione dagli operatori, detti keepers, e dai veterinari che li sottopongono a visite periodiche».
L'ambiente realizzato per ciascuna specie è poi simile a quello che è il loro habitat naturale e d'altronde, obiettivo principale del bioparco è proprio quello di esporre e far conoscere il mondo animale nella sua biodiversità. Nato nel 1999 esclusivamente come «Terra dei dinosauri», a cui oggi è destinata ancora una zona della struttura, insieme a «L'Uomo Primitivo», che riproduce l'ambiente della caverna e un'esposizione di fossili e minerali, in circa 10 anni il Bioparco di Sicilia è diventato un giardino zoologico, suddiviso in diverse aree tematiche: «Viaggio alla Scoperta dei Continenti», immensa area con animali esotici tra cui zebre, dromedari, ammotraghi, canguri, lama e lepri della Patagonia, appunto, procioni, coati e primati, dove si possono ammirare scimpanzé, bertucce, lemuri, uistitì. Spazio anche alle specie «nostrane» e comuni ne «La Fattoria Italiana», area dedicata agli autoctoni: asino grigio siciliano, cavalli, capre girgentane, capre tibetane, pecore d'Ouessant, anatre, oche, fagiani, pavoni. Completamente differente è invece la «Serra Madeira», rettilario immerso in una serra tropicale con piante esotiche e serpenti, rettili e anfibi di origine. «Il Bioparco di Sicilia - spiega Lia Giambanco, responsabile del dipartimento Didattica - è una realtà impegnata sul fronte della conservazione delle specie animali e vegetali a rischio d'estinzione e collabora con varie istituzioni. Ospita regolarmente anche animali selvatici che vengono sequestrati alla frontiera o a privati perché importati, o detenuti, in violazione della Convenzione di Washington, meglio conosciuta come CITES».