PALERMO. Quella delle «Living doll» è diventata una tendenza, con risvolti commerciali come l’aumento della vendita di ciglia finte e di «circle lens» che ingrandiscono l’iride. Il marchio Pupa ha lanciato persino la linea di fard «Like a doll», nelle tonalità bianco e rosa. Su Youtube i tutorial di makeup in stile bambola sono tanti e le insegnanti sono spesso le icone della nuova mania. Con sguardo spento e vitreo, Valeria Lukyanova spiega come diventare Barbie con spugne, rimmel e pennelli, come Olga Oleynik, sua fotocopia sexy ma meno perfetta. Almeno altri due i filoni delle human doll: lo stile «manga» in cui si riconosce Anastasiya Shpagina, un cartoon giapponese in carne e ossa, e quello «kawaii», carino, che si ispira alle bambole di porcellana e che influenza di più le anglosassoni.
Una icona in tal senso è Dakota Rose Ostrenga, in arte «Kota Koti», vittima di una «santa inquisizione» che avrebbe dimostrato essere un prodotto di solo editing grafico su una adolescente persino paffuta. Tra le regine del web c’è Angel Venus, teen ager che imita una bambola asiatica, nell’aspetto, nelle movenze e nell’accento, pur essendo inglese. Nel suo programma Sweet dolly makeup spiega come diventare una Ball Jointed Doll. «I passaggi chiave – spiega Giusy Scandurra, make-up artist palermitana - sono un incarnato omogeneo, con strati di crema idratante e correttore chiaro, un contorno viso, “contouring”, accentuato con terra marrone, gote rosate, la bocca a cuore definita con matita scura, ricoperta con matita cherry ed esaltata con gloss lucido, gli occhi, fondamentali per l’effetto bambola, resi grandissimi con matita bianca all’interno e giochi di sfumature sulla palpebre e fin sotto le sopracciglia, insieme all’eyeliner. Le ciglia naturali sono trattate con mascara sopra e sotto e rinforzate al centro. Si completa con l’aggiunta di ciglia finte e lenti da 15 mm per ingrandire l’iride». «La bambola ha sempre fatto sognare – dice Matteo Ternullo consulente di immagine catanese – è un modello per proporzioni e forme, con il suo essere apparentemente inanimato e senza tempo ma sempre pronto a reinterpretarsi di volta in volta. Spesso mi sono ispirato a Barbie per i miei set per dar vita ad un sogno». MI. AV.