PALERMO. I delfini sono i cetacei più avvistati quest'estate nelle acque siciliane, dal Trapanese alla costa ionica. Tra gli avvistamenti, anche il grampo, un delfino meno comune, rintracciato a Taormina e nel Siracusano.
Tursiopi, stenelle e delfini comuni sono i mammiferi marini più numerosi e anche quelli che si sono resi più visibili durante tutta la stagione balneare agli occhi dei bagnanti siciliani e dei turisti. Nell'area ionica, ad esempio, in due mesi sono stati avvistati circa 50 tursiopi e circa 40 stenelle e tutti sempre abbastanza vicini alla costa, anche a distanza di circa 3 miglia. «Il tursiope - spiega Mario Tringali, responsabile scientifico di Ketos, un'associazione che studia e si occupa proprio di cetacei - è un predatore opportunista, per cui è solito avvicinarsi alle reti da pesca o in prossimità delle zone in cui la pesca è praticata, in particolare quella artigianale, così da riuscire a predare e cibarsi dei resti del pescato». A destare sorpresa quest'anno, la presenza del grampo, un delfino più raro nei nostri mari rispetto al tursiope. «Ne sono stati rintracciati - racconta Mario Tringali - circa 35 in un solo avvistamento nella zona di Augusta e circa 40 a Taormina». Si tratta di una specie minacciata e più diffusa vicino allo Stretto di Gibilterra e nei mari profondi. Di recente, però, ne sono stati avvistati esemplari nei mari siracusani, verso nord ad Augusta e nel Golfo di Catania.
Anche nel Tirreno meridionale e nel Mediterraneo occidentale, non mancano gli avvistamenti. Sono più di un centinaio i delfini, fra stenelle e tursiopi, visti nei mari dell'Area Marina Protetta delle Egadi. Anche qui, non sono rari i casi in cui il cetaceo interagisce, in modo anche pericoloso per la sua sopravvivenza, con i pescherecci e le reti utilizzate per la pesca locale. Nelle Isole Egadi, per esempio, sono stati stanziati circa 25 mila euro destinati ai pescatori per riparare le reti da pesca danneggiate da questi cetacei. Molte le adesioni: «Su 40 barche, 35 hanno aderito all'iniziativa partecipando al bando e ottenendo il contributo dietro ricevuta fiscale. L'iniziativa - aggiunge Stefano Donati, direttore dell'Area Marina Protetta Isole Egadi, - vuole indurre nei pescatori un atteggiamento benigno nei confronti dei delfini e delle altre specie protette che danneggiano le reti, scongiurando sul nascere il rischio di comportamenti di ostilità nei confronti di questi animali». A facilitare l'avvicinamento dei delfini sarebbe quest'anno anche «il minor numero di diportisti - conclude Tringali - ma anche maggiori controlli della Guardia Costiera sull'osservanza delle regole che le imbarcazioni devono seguire in mare».
A. S.