PALERMO. Quando facciamo la spesa siamo abituati a leggere il prezzo dei prodotti trascritto su un cartoncino posizionato sullo scaffale e seguito dal codice a barre che serve al negoziante per avere un riscontro nel computer di cassa. Un cartellino che tutt'ora viene ristampato ed apposto accanto al prodotto ogni volta che c'è una variazione del prezzo. Ma da qualche anno, grazie all'evoluzione tecnologica, soprattutto nei supermercati più evoluti, esistono le etichette elettroniche, una realtà consolidata che presto manderà in pensione il vecchio cartellino e probabilmente, in futuro, solo nei vecchi mercati come quello di Ballarò troveremo ancora il classico pizzino scritto a penna su un pezzo di carta. Ma vediamo come funzionano questi mini display.
Tutti noi adoperiamo smartphone e tablet giornalmente senza renderci conto della tecnologia che c'è dietro questi dispositivi, e spesso confondiamo soluzioni che in realtà sono molto differenti tra loro; come il cosiddetto inchiostro elettronico, ovvero i display che sfruttano le potenzialità di led e cristalli liquidi per offrirci una lettura netta e precisa dei libri digitali, tipo il Kindle, per intenderci. La particolarità dei lettori per libri elettronici sta nel fatto che i caratteri sono riportati unicamente in bianco e nero, proprio come per un libro stampato, inoltre i display non sono retroilluminati e risultano perfettamente leggibili anche sotto la luce diretta del sole.
A differenza dei tablet questi dispositivi necessitano di una energia molto più bassa per il loro funzionamento che si basa sullo spostamento di particelle di biossido di titanio, bianche e nere, all'interno di microcapsule a seconda della carica elettrica cui sono sottoposte, esattamente come accade ad una calamita. Una volta spostate, queste particelle non hanno bisogno di ulteriore energia fino a quando nel lettore digitale non dovremo voltare pagina. Per questo la tecnologia dell'inchiostro elettronico sta invadendo anche altri settori come quello delle etichette negli scaffali dei supermercati. La miniaturizzazione ha reso possibile un uso davvero singolare di questi display, dotati di microbatterie che durano fino a dieci anni, e sigillati in modo da poterli posizionare anche sul banco del pesce o nelle aree frigo.
Le etichette hanno dimensioni molto ridotte, da qualche centimetro fino a formati grandi quanto un foglio A4 e dispongono di un collegamento wireless o infrarossi che ne consentono l'aggiornamento a distanza tramite computer.
Sebastiano Sgroi, titolare di alcuni supermarket sul territorio palermitano è stato uno dei primi a credere in questa tecnologia. «Senza dubbio l'etichetta elettronica rappresenta un vantaggio organizzativo per tutte quelle strutture commerciali che necessitano di gestire migliaia di referenze soggette a variazioni di prezzo repentine nell'arco della settimana. Con il vecchio sistema, consistente nella stampa delle singole etichette capitava talvolta di dimenticare qualche prodotto lasciando prezzi non aggiornati sugli scaffali».