Martedì 26 Novembre 2024

Maker, artigiani del XXI secolo: a Palermo nasce un laboratorio

PALERMO. Erano gli anni settanta quando in Italia dilagava la tendenza a riparare e riattivare radio e televisori con una preparazione didattica attivata per corrispondenza; molti appassionati di elettrotecnica si sono formati proprio così. Ma oggi si sono evoluti: il fai da te del nuovo millennio ha un cuore tecnologico innovativo; gli adepti del nuovo movimento culturale, che ha le sue radici negli Stati Uniti, si chiamano Maker (dall'inglese to make, fare) e sono gli artigiani del XXI secolo. Ingegneri, elettrotecnici, informatici, ma anche semplici appassionati, i Maker rappresentano il fai da te del futuro. Smanettano con computer, schede logiche, microprocessori, per produrre qualunque cosa, dal robot per innaffiare il giardino all'impianto di allarme collegato al cellulare, sfruttando idee e risorse condivise in perfetto stile opensource. A Demetrio Siragusa, presidente del FabLab Palermo di via XX settembre 36, dove si tengono regolarmente corsi e workshop per avvicinarsi a questo mondo, abbiamo chiesto come è nata la nuova generazione di Maker. "Il movimento nasce nel 2003 circa, con gli hackerspace, luoghi di aggregazione per appassionati d'informatica, smanettatori di pc, che grazie alle proprie esperienze, associate a quelle degli altri, smontavano e rimontavano vecchi computer per trasformarli in macchine capaci di assolvere ad altre funzioni. I dirigenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology) furono incuriositi a tal punto che attivarono un programma denominato Team Circle per lavorare su piattaforme hardware opensource; fino ad allora il "codice aperto" era stato utilizzato solo sui software, ma adesso si cominciava a concretizzare sulle macchine. I primi risultati furono le stampanti 3D utilizzate in zone disagiate difficilmente raggiungibili, per riprodurre materiali ospedalieri."
Oggi il movimento si è esteso in tutto il mondo grazie al circuito FabLab: luoghi d'incontro popolari per la condivisione da pari a pari delle conoscenze produttive come recepito dall'economo Rifkin teorizzatore della terza rivoluzione industriale, con il capitalismo distribuito. Laboratori aggregativi dove gli appassionati si scambiano i saperi e sperimentano la creatività condividendo lo sviluppo tecnologico per costruire prototipi artigianali a favore della microeconomia.

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