PALERMO. Ancore e relitti adagiati sul fondo del mare ancora pieni del loro carico di anfore, greche, puniche e romane. Cresce l'interesse di turisti, ma anche degli stessi siciliani, verso la parte sommersa della storia delle civiltà le cui dominazioni si sono susseguite nel corso dei secoli. Si chiama turismo subacqueo e non è solo per esperti subacquei, ma anche per chi ha conseguito il brevetto di primo livello, in modo da coinvolgere quanta più gente possibile. La Sicilia ha a disposizione tanti itinerari un pò dappertutto, ma la novità è quella di Mongerbino, nel Palermitano, nei dintorni di Bagheria. Inaugurato lo scorso 2 luglio, è un percorso di una ventina di minuti a diverse profondità. Attraverso i tre diving club autorizzati dalla soprintendenza del mare della Regione, una comitiva di una dozzina di persone alla volta, aperta e chiusa da una guida, può scendere fino a 15 o 30 metri per ammirare le sette ancore bizantine in ferro che ormai fanno parte del fondale.
Il percorso si snoda per trecento metri a circa centocinquanta metri dalla scogliera tra Mongerbino e l'arco azzurro. «Tutto è partito dal rinvenimento di alcune ancore durante un'immersione - racconta Salvatore Ferrara -. Così, con la supervisione della soprintendenza del mare, abbiamo progettato l'itinerario che ha lo scopo di far conoscere la storia della nostra Sicilia da un punto di vista diverso dal solito. Così come dà la possibilità di godere dei paesaggi mozzafiato che si possono scorgere in navigazione verso il sito, dalla costa di Mongerbino alla natura incontaminata del parco di Monte Catalano». «E' ormai prassi, quando ciò naturalmente sia possibile - fa notare Sebastiano Tusa, soprintendente del mare per la Sicilia -, evitare di prelevare reperti di questo tipo dalle acque per portarli magari nei sotterranei di qualche museo». «L'ideazione dell'itinerario - sottolinea Monica Restivo, responsabile di Blue Aura - è stata la giusta occasione per lavorare insieme ad altri due diving center (Blue Shark e Sicilia Sub), perché tutti avevamo in mente un unico obiettivo: la valorizzazione di un territorio che occupa un posto speciale nei nostri cuori». E, infatti, si paga soltanto l'immersione, senza alcun supplemento per l'itinerario da percorrere.
A poco più di una settimana dall'inaugurazione, è ancora presto per tracciare un bilancio. «Tuttavia - prosegue la Restivo -, le ancore bizantine cominciano ad attirare tanti turisti stranieri, oltre che molti palermitani, curiosi di conoscere una parte nascosta delle meraviglie della nostra terra». Oltre ai manufatti, i sub si soffermano ad ammirare le ricchezze naturali, dalla flora alla fauna del fondale. Più uomini che donne, per un'età media che si aggira intorno ai 30 anni. È questa la clientela che si avvicina ai diving club. «Il mondo dei sub - fa notare la Restivo - è prettamente maschile, ma le donne pian piano cominciano ad affacciarsi a questa realtà. Ma quando fanno la loro prima esperienza subacquea, ne rimangono talmente affascinate che diventano i nostri migliori supporter», dice con una punta d'orgoglio.