PALERMO. I delfini tursiopi si avvicinano sempre di più alle coste siciliane. Aumentano gli avvistamenti di questi esemplari, in particolare nello Stretto di Messina e nel Golfo di Catania, dove spesso interagiscono, anche a loro pericolo, con i pescherecci. «Ma quest'anno si contano meno cetacei intrappolati nelle reti».
Tra le specie di delfini, il tursiope è quello che è solito vivere più vicino alle zone costiere. Negli ultimi cinque anni in tutta la costa siciliana ne sono stati avvistati circa un migliaio. In uno studio condotto dall'associazione scientifica Ketos, solo nello Stretto di Messina, «si contano 105 avvistamenti di questi esemplari, non di rado a poche miglia dalla costa» dice Mario Tringali, responsabile scientifico di Ketos. Oltre che nelle acque messinesi, il tursiope è stato avvistato soprattutto nel Golfo di Catania e nel Canale di Sicilia. Ed è proprio in quest'area che non sono rari i casi in cui il cetaceo interagisce, in modo anche pericoloso per la sua sopravvivenza, con i pescherecci e le reti utilizzate per la pesca locale. «Il tursiope - spiega Tringali - è un pesce opportunista, per cui è solito avvicinarsi alle reti da pesca o in prossimità delle zone in cui la pesca è praticata, in particolare quella artigianale, così da riuscire a predare e cibarsi dei resti del pescato». Talvolta, però, finisce per restare vittima dei pescatori imbattendosi contro i pescherecci o rimanendo intrappolato nelle stesse reti. Intanto, però, si registra anche un dato positivo: «Ad oggi, a stagione estiva inoltrata, non si riscontrano episodi di grossi cetacei rimasti intrappolati nelle reti da pesca, almeno nelle coste siciliane da noi monitorate». A contribuire a questo risultato «il maggior controllo da parte della Guardia Costiera e leggi e direttive europee che hanno regolato l'attività di pesca». A. S.