PALERMO. Tartarughe marine vittime delle reti da pesca e degli urti contro le imbarcazioni. In provincia di Trapani nascerà entro fine agosto un Centro di recupero per il primo soccorso, gestito dall’Area Marina Protetta Isole Egadi, in collaborazione con WWF Italia e Legambiente.
Sono più di 150 mila le tartarughe Caretta Caretta, l’esemplare più diffusa nel Mediterraneo, trovate ferite o soccorse nei mari italiani perché rimaste intrappolate nelle reti dei pescatori o perché investite da una imbarcazione. Almeno tre al giorno i ritrovamenti segnalati nella costa fra Trapani e provincia. Mentre una decina quelle che sono pervenute, già decedute, all’Istituto Zooprofilattico Sicilia nell’ultimo mese. Cifre che tendono sicuramente ad aumentare con l’ingresso della nuova stagione estiva, non solo per la pesca, ma anche per il maggior numero di barche turistiche che, come ogni anno, transiteranno nelle acque siciliane. «La maggior parte degli esemplari segnalati o ritrovati è rimasta intrappolata nelle reti da pesca - spiega Stefano Donati, direttore dell’Amp Isole Egadi - o ha addirittura, ed è questo il caso più frequente, ingerito un amo. In altri casi, invece, esse riportano seri danni al carapace e la causa è di solito legata ad uno schianto: vengono infatti travolte dalle navi o dalle barche».
Episodi quindi sempre più frequenti, che «sebbene la tartaruga non sia ancora ad alto rischio d’estinzione, a questo ritmo, però, è esposta sicuramente ad un ridimensionamento della popolazione che ne accresce la vulnerabilità» avverte Donati. Prossimo obiettivo, infatti, sarà l’apertura entro la fine della stagione estiva, di un nuovo Centro di recupero per le tartarughe marine, riconosciuto dalla Regione Siciliana e dal ministero dell’Ambiente, nell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi. «Nei mari delle Egadi e della costa trapanese - chiarisce Donati - in particolare, fra Favignana, Levanzo e Marettimo, la popolazione di Caretta Caretta è molto densa. Allo stesso tempo, i centri più vicini ai quali possiamo rivolgersi sono quelli di Linosa, nell’Agrigentino, e di Lampedusa».
Ad approvare il progetto anche la Federparchi, attraverso il Fondo italiano per la biodiversità, e il ministero dell’Ambiente, che hanno già destinato complessivamente 30 mila euro per l’avvio dei lavori e i primi costi di gestione. Nel centro saranno previste almeno sei vasche, che ospiteranno anche più di un esemplare ferito per volta, un ambulatorio per gli interventi chirurgici e dei locali dedicati alle visite guidate e alle attività di sensibilizzazione e di educazione ambientale per studenti e turisti. Grazie ad un protocollo firmato con Wwf Italia e Legambiente, il personale che soccorrerà e curerà le tartarughe degenti sarà composto da veterinari e volontari ambientalisti.
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