PALERMO. Tutti vogliono essere «smart». Ma perché?. Lo spiega Anna Fici, docente di Sociologia e Teoria e tecniche dei nuovi media all'Università di Palermo. «Le persone oggi sentono la necessità della portatilità di ogni cosa: dalla musica alle foto. È diventato un bisogno primario, come in passato poteva essere l'avere una famiglia accogliente».
Oggi essere connessi ai propri contatti diventa come «avere una famiglia portatile». In passato era frequente ritrovarsi al bar, oggi ci s'incontra in rete con i social network. «Ma bisogna distinguere ciò che possono essere semplicemente nuove abitudini da ciò che può essere una vera e propria mania. Alcuni, per esempio, diventano dipendenti in modo morboso dalle amicizie in rete».
Il concetto di comunità on line si è evoluto nel tempo. «Negli anni Ottanta c'erano comunità d'interesse in rete che vivevano in comunità prettamente testuali – precisa Fici –. Mentre quelle create dai social network sono diverse, perché non sono più separate dalla vita off line. Le nuove comunità diventano un tutt'uno con quelle off line. Per esempio io decido di uscire, prima mi connetto a Facebook e lì vedo cosa c'è da fare. Non c'è più un mondo a parte, ma c'è un modo digitale che fa parte del mio quotidiano”. S.I.
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