Martedì 26 Novembre 2024

Palermo, a scuola con il tablet: così si studierà a Brancaccio

PALERMO. La tecnologia applicata alla didattica. Un’esigenza sempre più diffusa nel mondo scolastico, ed ecco il nuovo progetto della multinazionale Samsung. L'azienda coreana, leader mondiale nella produzione di televisori e smartphone, ha infatti cominciato un percorso che la vede impegnata in prima linea sul versante della formazione con l'uso di strumenti tecnologici. Il Samsung School sbarca anche a Palermo, con la scelta di attuare il progetto pilota grazie alla collaborazione dell'istituto comprensivo statale «Padre Pino Puglisi». Samsung ha fornito alla scuola 28 tablet Galaxy Note 10.1 ed una e-board (lavagna elettronica) per l'anno scolastico 2013/2014. «Una iniziativa molto interessante per il nostro istituto, che abbiamo accolto con entusiasmo - commenta il vicepreside Domenico Buccheri -. Oltre a consentire un'ulteriore possibilità di riscatto sociale e culturale ai ragazzi di Brancaccio, rende la nostra scuola partecipe di un progetto innovativo che anticipa le indicazioni del ministero riguardo all'adozione di nuovi strumenti tecnologici. L'aula scolastica è stata già allestita con una lavagna elettronica touch screen che interagisce con i tablet in dotazione agli alunni ed al professore. Una nuova modalità di approccio che consente di effettuare test, domande e di stabilire un dialogo a due vie con gli studenti del futuro». Attraverso quest'innovazione, gli insegnanti hanno la possibilità di condurre lezioni altamente interattive e coinvolgenti, gestire attività di gruppo in tempo reale con un semplice tocco sul display e accedere a un’ampia gamma di funzioni per la condivisione dei contenuti. Il supporto tecnico, è a cura della Yes We Tech, società che si occuperà anche della corretta formazione del corpo docente. Perché la strategia di Samsung vuole favorire un processo di digitalizzazione della scuola per la creazione di un ambiente educativo più coinvolgente e interattivo. L'obiettivo? Sperimentare e analizzare come l'introduzione di strumenti tecnologici avanzati possa cambiare i processi d'insegnamento e apprendimento, nonché l'organizzazione stessa del lavoro nelle scuole. «Molte aziende tecnologiche, tra cui Apple per prima, hanno cercato più volte uno spunto collaborativo con istituti scolastici, insegnanti e studenti - dice Elisabetta Manuli, responsabile del reparto digitale di Mondadori Multimedia -. Ma nonostante le tecnologie siano a disposizione da parecchi anni, in Italia e specialmente in Sicilia, i casi di integrazione scolastica di tali sussidi tecnologici sono ancora poco richiesti poiché poco conosciuti. Alla base manca il concetto di formazione non solo degli operatori scolastici ma anche dei genitori che ne associano l'acquisto solo a scopi ludici piuttosto che formativi». E aggiunge: «Nonostante la diffusione ormai capillare di questi dispositivi noi operatori commerciali ci ritroviamo ancora a dover spiegare l'utilizzo del tablet per le sue funzioni basilari senza poter approfondire il potenziale scolastico ed educativo. Anche molti insegnati sono rimasti al concetto di "patente europea" di qualche anno fa. Le parole chiave devono essere: formazione, conoscenza e diffusione delle esperienze; ed è fondamentale che aziende come la Samsung o la Apple, da anni sensibile a questo argomento, investano non solo nello scopo commerciale ma anche formativo».

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