PALERMO. Quest'anno ad Intercultura sono pervenute oltre 6.300 richieste per 1.800 destinazioni disponibili. L'esperienza interessa tutti gli istituti scolastici impegnati anche nell'interscambio culturale. La professoressa Grazia Maria Di Maria, del liceo scientifico D'Alessandro di Bagheria, è una sostenitrice del progetto: «Abbiamo inserito questi programmi nel Pof scolastico da diversi anni ed ospitiamo anche studenti stranieri. Attualmente abbiamo un ragazzo boliviano e per il prossimo anno aspettiamo un norvegese, un cinese e una ragazza indonesiana, mentre due nostri alunni partiranno per Ungheria e Finlandia».
Antonella Giordano, insegnante d'italiano presso l'istituto Nautico di Palermo, racchiude tutte le esperienze di Intercultura. Fa parte del gruppo di volontari di Palermo, è coordinatrice dei rapporti scolastici dell'istituto con i genitori, è stata mamma inviante all'estero ed ospita regolarmente studenti stranieri. Sua figlia è stata un anno in Germania, mentre lo scorso anno ha fatto da mamma ad un ragazzo di Hong Kong e tutt'ora ospita un francese. «Consiglio questa esperienza a tutte le famiglie - dice -. I ragazzi imparano a cavarsela da soli, con rispetto e senza pregiudizi verso culture spesso profondamente diverse. Professionalmente, invece, mi aspetto maggiore impegno da parte dei colleghi insegnanti a favore dell'interculturalità nella scuola».
Oggi fa parte del team formativo, ma due anni fa ha trascorso un anno a Berlino, Elena Sciortino: «Quando sono partita ero fin troppo sicura di me - dice - ma in Germania mi sono sentita emarginata, non conoscevo la lingua ed avevo difficoltà ad integrarmi. Ho capito che culture diverse hanno modalità di rapportarsi differenti e gli approcci con le persone vanno valutati secondo il contesto».
Silja EydfinnedòHir invece è una studentessa delle isole Faroe, tra l'Islanda e la Norvegia, ospite di una famiglia palermitana: «Mi piace molto la Sicilia - confida -. Qui sono tutti cordiali, espansivi. Da noi se non si conosce bene una persona non ci si abbraccia come fate voi». O. ES.