PALERMO. Non mangiare, o comunque fare una dieta, fa perdere peso. Una certezza che non impedisce al dibattito femminile di orientarsi su altre soluzioni che indagano piuttosto sulle proprietà dimagranti o ingrassanti di un capo di vestiario. E se il nero ed il bianco, tra i colori, sono quelli considerati i più influenti, il primo snellisce ed il secondo ingrassa, quando questi sono affiancati in righe parallele, in quello che è lo stile optical, le opinioni divergono. Le regola, imparata fin da bambine, è che le righe verticali snelliscono e le orizzontali allargano la figura.
Nel libro «Centouno cose da fare prima di mettersi a dieta» di Mimi Spencer, pubblicato nel 2009 da Feltrinelli, c'è proprio un capitolo su «Gli alti e bassi delle righe» che, sconsigliando in genere alle non magre di indossarle, rivoluziona le credenze consolidate del guardaroba femminile. Riporta uno studio del 2008 di Peter Thompson della facoltà di Psicologia dell’università di York che sostiene, in base alle leggi dell’ottica, comprovate su 200 sagome diverse, che le righe orizzontali sfinano. Una tesi anticipata nel 1867 dallo scienziato tedesco, Hermann von Helmholtz, su dei quadrati, e da sempre dalla natura che ha dato alle zebre gambe e terga a strisce orizzontali, per sembrare più lunghe e più snelle, per sembrare più veloci e meno appetitose al leone. Ignorata dalla moda. Mi.Av.
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