PALERMO. Tutti noi, almeno una volta, abbiamo sognato di visitare un luogo visto al cinema. Magari alla scoperta del castello di Hogwarts della saga di Harry Potter o per ripercorrere i retroscena delle location che hanno ispirato leggende del cinema internazionale come il Padrino.
Un tipo di turismo questo, nato già da diversi anni, che ha come obiettivo principale quello di far conoscere al grande pubblico opere audiovisive che, attraverso il racconto filmico e le location, hanno valorizzato l'identità culturale e paesaggistica di un territorio. Obiettivo condiviso anche dall'ideatore e direttore artistico dell'Ischia Film Festival, Michelangelo Messina che nel 2003 ha addirittura coniato il termine con cui oggi si definisce il turismo cinematografico: cineturismo.
«Il cineturismo - spiega Messina - è caratterizzato da un'utenza che si reca in visita alle location cinematografiche e televisive, ossia i luoghi utilizzati per le riprese di un film o di una serie Tv che fanno registrare milioni di incassi alle nazioni che hanno saputo puntare sul cinema per far conoscere e visitare il loro territorio». Le statistiche indicano come quello del cineturismo sia un segmento di mercato dalle grandi potenzialità. Lo dimostra il caso della crescita turistica in Nuova Zelanda, un vero boom trascinato dalle visite alle location della trilogia de «Il signore degli anelli» di Peter Jackson ma anche il trend di ascesa turistica che ha caratterizzato tutte le location utilizzate da Woody Allen negli ultimi anni. Il fenomeno si è sviluppato in primis nei paesi anglosassoni e, infatti, ai primi tre posti della classifica mondiale sugli introiti ricavati dal cineturismo troviamo la Gran Bretagna, la Nuova Zelanda e l'Australia. «In Italia - continua Messina - il progetto "Cinema e Territorio", da me ideato e di cui fanno parte sia il Film Festival di Ischia sia la Bilc (Borsa Internazionale delle Location e del Cineturismo), in programma quest'anno dal 29 giugno al 6 luglio, ha fatto sì che la curiosità del pubblico e l'interesse degli operatori turistici siano, anche nel Belpaese, notevolmente aumentati, portando alla creazione di appassionanti movie tour in tutto il territorio nazionale». Una fortuna, visto che in Italia sono riconosciute ben 1750 location legate a produzioni cinetelevisive, di cui solo 250 a Catania. Una ricerca effettuata dall'Ape, Associazione Produttori Esecutivi) in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma e presentata per la prima volta proprio all'Ischia Film Festival, ha, infatti, dimostrato che per ogni euro investito da una produzione audiovisiva, c'è un rientro di benefit sul territorio di 3,54 euro.
E se oltremanica gli introiti portati dal movie tourism rasentano cifre da capogiro, anche in Italia da qualche anno si stanno ottenendo buoni risultati in fatto di turismo cinematografico.
La pellicola «Benvenuti al Sud», per esempio, ha fatto registrare un incremento del 75% di turisti nella zona di Castellabbate (Salerno), così come la serie televisiva de «Il commissario Montalbano» a Porto Empedocle e a Scicli, nel Ragusano, mentre «Elisa di Rivombrosa» nel periodo di massimi ascolti, ha fatto sì che nel 2004 si avesse un picco di ben 92.091 visitatori presso il Castello di Agliè (Torino). «Ma il cineturista non è intenzionato a visitare solo le location - conclude Messina - ma anche le zone limitrofe, assaggiandone i prodotti tipici e conoscendone le tradizioni».