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Storia e nobiltà negli abiti: la Sicilia rievocherà i fasti russi

Una stilista palermitana sarà protagonista dei festeggiamenti del decimo anniversario del Consolato generale della federazione dell’Isola e della Calabria

PALERMO. Sognare di tornare in un mondo passato sembra tanto irrealizzabile quanto necessario. Dinanzi ad un presente che, se non è del tutto grigio, almeno è verde come il colore delle tasche di molti italiani, una stilista siciliana veste e fa sognare quelli che, nel 2013, ancora non rinunciano ad organizzare e a partecipare ai balli evocativi di secoli in cui le donne erano dame e gli uomini cavalieri, le gonne erano ampie e le trine ed i merletti abbondavano su scolli e orli. Maria Stella Pucci di Benisichi, in questo settore gioca in casa, erede di una famiglia nobile, ha scelto di trasformare in un mestiere la propria passione.

E, a proposito di grandi eventi rievocativi, la Pucci sarà prossimamente protagonista, in doppia veste, di quello per i festeggiamenti del 10° anniversario del Consolato generale della federazione russa di Sicilia e Calabria. L’associazione «Suggestioni mediterranee», che continua a seguire con l’amica Caterina Conigliaro, organizzerà il Gran Ballo che si terrà il 27 aprile a Palazzo delle Aquile, e la nobildonna Beatrice Feo Filangeri, artista internazionale del pop barocco italiano, presente come madrina, indosserà un suo abito ispirato alla primavera del 1908, tema della serata, e al fascino della Belle epoque.
Bozzetti conservati in un cassetto per nove anni, mentre si occupava di consulenze di marketing per la penetrazione nei mercati esteri e di organizzazione di eventi, nel 2012, hanno dato vita a «Riflessi di Sicilia», una casa di moda, caratterizzata da un gusto retrò e barocco, un brand di lusso pensato intorno alle bellezze dell’Isola, per l’Italia e per l’estero.

Hanno nomi di località siciliane particolari o di eroine romanzesche e del passato le creazioni della Pucci. Scicli, Erice, Modica, Marianna Ucrìa, Costanza d’Altavilla, Franca Florio e Godiva, sono solo alcuni dei titoli della collezione «Avanguardia Liberty» che la stilista ha anche inviato a Vogue per partecipare al concorso Talent per la kermesse Alta moda Roma. Abiti che sembrano usciti da bauli dimenticati nelle soffitte di un castello, realizzati a mano, con una selezione di tessuti e pietre dure che li rendono preziosi. E quando mancano le lady del passato da impersonare, per una serata danzante, sono le spose il target della baronessa Pucci, a cui dedica veli personalizzati, cristalli naturali, fiori di seta e di rete. Inusuali abbinamenti tra ricamo e ceramica, o più comuni come organze e chiffon colorati su uno sfondo bianco o avorio, contrasti accattivanti tra il rosso porpora e il blu.

«Rivendico il ruolo della manualità e dell’artigianalità, - argomenta con piglio forte l’artista - intese come rottura con il presente meccanizzato e privo di identità. Definisco il mio mood “Dall’avanguardia all’ordine”, prendendo a prestito termini dal linguaggio militare, perché mi identifico in quella pattuglia di soldati arditi e spericolati che va più avanti del grosso dell’esercito per una lotta pacifica ad un sistema moda improntato ad un lusso lontano dalle vere preziosità della terra. È questo – spiega - il tema della mia collezione, legato non tanto alle forme, ma al mélange dei tessuti, alla loro ruvidezza, colore e forza. Vestire un mio abito significa affermare di essere tornati al centro dell’universo cosmico, e non solo al centro di un obiettivo fotografico o del parere di una società con scarsa identità». 

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