PALERMO. Un suo recente testimonial inatteso è stato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che durante la presentazione del prossimo Gay pride, in conferenza stampa, l'ha indossato in uno splendido color magenta. Il boa, che lo stereotipo vuole di struzzo ma che può essere in tanti altri materiali, in Sicilia, ha una storia lunga che affonda le radici a metà del ’900 in una bottega che ha un nome tipico che più tipico non si può, il Carrettino.
Da simbolo politico a semplice quanto vistoso accessorio da collo, è prodotto artigianalmente dalla famiglia Sant’Angelo, insieme alle coffe con i disegni del carretto siciliano e delle bordature del cavallo, e ad altri souvenir proposti ai turisti, dal 1962, dalla posizione strategica di corso Vittorio Emanuele, 496 ed inviati in tanti punti vendita cittadini e non solo. La sua introduzione la si deve a Francesca Sant'Angelo che rappresenta la terza generazione dell’azienda di famiglia, attualmente gestita insieme al padre Luigi e alla madre Ada. E' lei che si dedica instancabilmente alla tessitura manuale di boa e sciarpe, alla decorazione delle coffe tradizionali con innesti nuovi ed eleganti.
«Mi piacciono i lavori all'uncinetto - ammette - che abbellisco con le immagini di Palermo, i cuscini in pacthwork ed i cestini con le applicazioni. Da recente mi sono specializzata in coffe lavorate e cucite a mano, con ritagli di stoffa, fiori, e soprattutto nei boa, in tulle e pizzo, lavorati ai ferri, di tutti di colori e di fantasie diverse. Da questa primavera lancerò una collezione vera e propria che ho chiamato “BY Isabelle” e che contempla anche i tipici scialli. I miei però non sono neri e tetri ma con colori chiari e vivaci». MI. AV.
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