Il gusto della Sicilia protagonista a tavola anche nel giorno di Pasqua, quando la tradizione sembrerebbe dovere avere la meglio su tutto. Dal primo al dolce, ogni piatto servito deve impreziosirsi con i sapori e gli odori dell’Isola, almeno così sembrano pensarla lo chef Peppe Giuffrè e il maestro pasticcere Salvatore Cappello.
E poco importa se all’agnello si preferisce il pesce o addirittura un piatto vegetariano e al posto della cassata si offre un uovo al cioccolato dalla forma di una mongolfiera. Quello che conta è stupire.
«Pensando al menù del pranzo di Pasqua – esordisce lo chef Peppe Giuffrè – non posso fare a meno di accontentare tutti i palati, proponendo piatti a base di carne, pesce o verdure e formaggi, ma senza rinunciare ad utilizzare i sapori della nostra tradizione siciliana». Così, per i più tradizionalisti, la carne si ritrova in un piatto di carciofi ripieni di agnello in crosta di patate con cotonese: «I carciofi sono prodotti per il 70 per cento in Sicilia – commenta lo chef – così come è nostrano il formaggio cotonese tipico della zona di Trapani». La carne di agnello, però, può non piacere a tutti ed ecco allora che a tavola c’è spazio per il pesce: «Propongo di servire – continua Giuffrè – un San Pietro all’arancia o i polpi in crema di fave verdi al profumo di finocchietto di montagna, in entrambi casi due piatti che rispecchiano l’anima della Sicilia». Dal momento che cresce il numero dei vegetariani e sono le statistiche a dimostralo, nel menù di Pasqua si deve pensare anche a chi ha bandito carne e pesce dalla propria dieta: «In questo caso – conclude lo chef – si può optare per un rotolo di ricotta e foglie con pesto di pistacchi di Bronte».
La Sicilia trionfa anche al momento del dolce. «Per tradizione, il dolce di questa festa è la cassata siciliana – esordisce Salvatore Cappello, titolare della storica pasticceria di Palermo – ma noi offriamo anche colombe e uova di cioccolato dove a parlare è il territorio, che hanno come protagonisti il pistacchio, i canditi freschi senza anidride solforosa e il cacao di provenienza nobile». E proprio il cioccolato è uno dei punti forti da riscoprire e portare in tavola: «Ci si può sbizzarrire con la fantasia e il gusto – conclude il maestro pasticcere –. In ogni caso, però, la parola d’ordine resta una sola, qualità. Quella garantita dai prodotti della nostra terra».