MILANO. Antonio Maggio, in una partitura musicale sarebbe un “allegro con brio”. Un cantante dalla voce squillante e limpida. Un vagabondo della canzone, che spazia dal pop all’elettronica in un ensemble di sonorità intense. Un giovane su cui già piomba l’onere del paragone con uno dei mostri sacri della canzone italiana: Domenico Modugno. Prematuro il raffronto, prorompente il successo. Lui sul palco canta, e si diverte.
Si percepisce dalla sua presenza scenica, abile padrone di arpeggi e note. "Mi servirebbe sapere", oltre a vincere il 63esimo Festival della canzone italiana sezione giovani, è già un tormentone. Andamento melodico travolgente, intermezzo in un Re minore che conduce al ritornello trascinante, ha conquistato consensi di critica e pubblico. Gds lo ha intervistato, alla vigilia del suo arrivo in Sicilia per la promozione del suo primo (da solista, almeno) disco “Nonostante tutto”, interamente scritto e composto da lui su etichetta Universal Music.
Allora Antonio Maggio, partiamo dall’inizio.
Ho studiato canto fin da piccolo, anche se non ero proprio uno scolaro modello. Non mi applicavo, ecco tutto. Ma per quanto sia molto importante la tecnica, se non c’è una predisposizione naturale i risultati sono vani.
Un ribelle già da piccolo. Poi sono arrivati i locali, il talent di X-Factor fino al palco di Sanremo. Un iter dovuto?
Una tappa di crescita. E ognuna di queste esperienze non va etichettata. Al talent va un giovane, per allargare le sue esperienze. Arriva un momento in cui capitano occasioni importanti come il festival di Sanremo. E io ho colto l’attimo, pronto e carico al punto giusto, portando con me tutte le esperienze passate.
Cosa ti ricordi di questo festival, oltre la vittoria?
Che non si dorme mai. Grazie all’adrenalina a mille, non si sente nemmeno la stanchezza.
Cantare, meglio con gli Aram Quartet o da solo?
Difficile dirlo. Per ora assaporo questo momento, attimo per attimo, con una libertà creativa che prima non avevo.
Con chi ti piacerebbe duettare?
Silvestri, Gazzè, Sangiorgi, Jovanotti, per fare solo alcuni nomi. Artisti di cui io stesso sono sempre stato un fan e che ora ho avuto il piacere di conoscere.
Quale cantautore della musica italiana ti piacerebbe interpretare?
Da Dalla, che ho avuto l’onore di commemorare con la mia voce ieri sera a Bologna nel concerto organizzato dalla Rai, a Modugno, che ho sempre ammirato.
A proposito, qualcuno ti ha paragonato a Mister Volare.
Un paragone un po’ azzardato. Non credo di esserne all’altezza. Ma mi fa molto piacere.
E poi, una teatralità spiccata. Quasi insolita per un cantante.
Mi viene naturale. Sono avvantaggiato perché interpreto le canzoni che scrivo io stesso.
“Nonostante tutto” è già un successo.
Dopo due con gli Aram Quartet, è il mio primo cd da solista. Dieci tracce in una commistione tra ricerca della melodia italiana e l’elettronica. Tutti composti e musicati da me. Il titolo dell’album prende il nome da una delle dieci contenute, e si pone come un incitamento alla positività, per stemperare, in qualche modo, paure e problemi dei nostri giorni. Con la mia musica mi piacerebbe far sorridere. È questo per me il vero successo!
Oggi, Antonio Maggio è a Catania (La Feltrinelli di via Etnea) dove incontrerà i fan e firmerà le copie del suo album. “Nonostante tutto” è composto da dieci brani, prodotti da Davide Maggioni, racchiusi in un universo musicale elettro-pop dal sapore retrò, giocando tra testo e substrato. Oltre alla title track “Nonostante Tutto”, “Mi Servirebbe Sapere”; “Anche Il Tempo Può Aspettare”; “Sotto La Neve” ; “Parigi” ; “Doretta Mia” ; “Un’Altra Volta” ; “Inconsolabile” ; “Figli Maschi”; “Chiedilo Alla Sera”.