La Sicilia vegetariana c’è, ma si scontra ancora con un «numero esiguo di locali pensati per chi rinuncia ai piatti a base di cibi animali, all’ignoranza dei ristoratori che in alcuni casi credono che il pesce sia parte della dieta dei vegetariani e dei troppo pochi medici e nutrizionisti sufficientemente aggiornati». In un quadro di per sé poco idilliaco, Catania risulta essere la città isolana più a misura di chi sceglie di abbracciare il vegetarismo, mentre a Palermo si potrebbe fare di più.
A spiegarlo è Fabio Vento del gruppo no-profit «La Palermo vegetariana» (www.palermovegetariana.it), nato con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per coloro che fanno questa scelta di vita. «Non esistono statistiche locali – spiega –, ma è lecito pensare che i palermitani vegetariani siano molte migliaia. Oltre il 70 per cento degli iscritti alla nostra pagina Facebook è composto da donne e di queste oltre il 40 per cento ha un'età compresa tra i 25 e i 45 anni. Sicuramente è un trend in crescita». Tra i servizi riservati agli internauti di www.palermovegetariana.it c’è «La mappa dei luoghi veg»: «Si tratta – conclude Fabio Vento – di una cartina che elenca le risorse utili ai vegetariani di Palermo. I locali veg sono identificati dai segnaposto verdi e tra questi bisogna ricordare in particolare il bistrot Freschette, quasi interamente vegetariano, e il Watership Down, cafè e bookstore vegano».
P. PI.
Caricamento commenti
Commenta la notizia