«Mi sembra sempre che l’uomo non sia nato per essere carnivoro», parola di Albert Einstein. Proprio così, pare che nell’ultimo anno della sua vita il celebre matematico abbracciò il vegetarismo. E oggi, in Italia, sono quasi otto milioni le persone a pensarla come lui. Un buon dieci per cento della popolazione che fa della penisola il secondo Paese al mondo, dietro soltanto all’India, per numero di vegetariani. Il dato fornito dall’Avi, l’Associazione Vegetariana Italiana, mostra come si stia assistendo ad un cambio di tendenza, con una costante crescita di chi decide di togliere carne e pesce dalla propria dieta quotidiana. «L’incremento del numero dei vegetariani – spiega Carmen Somaschi, presidente dell’Avi – è cominciato tredici anni fa. Mentre nel 2002 si contavano circa tre milioni di italiani vegetariani e nel 2004 erano intorno ai quattro milioni, oggi siamo tra i sei e gli otto milioni in tutto».
Le stesse statistiche che mostrano come il Nord sia molto più sensibile, rispetto al Sud, alla questione, con una percentuale maggiore di uomini e donne vegetariani: «Se immaginassimo di dividere l’Italia in due – dice Somaschi –, il 60 per cento si troverebbe nel Settentrione e il restante 40 nel Meridione. Va anche sottolineato, però, che dal 2005 ad ora il Sud ha preso molta più coscienza e il numero di chi si avvicina al vegetarismo è cresciuto di un buon 10 per cento». Una condizione che dipende soprattutto dalla necessità di educare la popolazione, sia in termini di liberi cittadini che di aziende della ristorazione, a questo tipo di cultura: «Il nostro lavoro – spiega il presidente dell’Avi – sta proprio in questo. Oltre ad essere presenti nelle fiere principalmente biologiche, lavoriamo con chi opera nel settore del cibo per spiegare quanto può essere semplice avere il doppio menù. L’obiettivo, infatti, è fare della tavola un luogo di convivenza a tutto tondo, in cui fare sedere insieme vegetariani e non. Abbiamo raggiunto importanti traguardi: dalla diffusione del pane senza strutto, alla realizzazione di una certificazione ad hoc per i cibi vegetariani al cento per cento». Tornando ai dati, il trend nel trend è quello del sempre maggiore numero di giovani che fanno una scelta di vita vegetariana: «La metà dei vegetariani ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni – dichiara Carmen Somaschi –, perché la loro scelta mutua da un amore per gli animali che si muove in parallelo e che perciò è dettata da una necessità di coerenza tra ciò in cui credono e il modo di agire nella quotidianità. C’è un trenta per cento di vegetariani composto da uomini e donne di età tra i 30 e i 50 anni circa e, infine, un restante venti per cento di adulti over 50».
Le stime, però, mostrano anche come siano le donne a prestare maggiore attenzione alle tematiche legate al vegetarismo e scegliere, così, di rinunciare a cibi e prodotti di origine animale: «Ben oltre la metà dei vegetariani in Italia è donna – conclude Somaschi –. In fondo, ancora nella maggior parte dei casi, sono proprio loro ad occuparsi della cucina e della spesa». E a conti fatti, la tavola verde sembra piacere ogni giorno di più.