PALERMO. Ci sono Nerina, abbandonata in una scatola di cartone e trovata mentre era accerchiata da cani randagi che le ringhiavano contro; il simpatico «Rinco», così chiamato perché è solito girare su se stesso, a causa di un brutto incidente subìto mentre gironzolava per strada. Ma anche Romeo, proprio come il protagonista del celebre cartone animato L'Aristogatti, la vivace «Tre Zampette», che, nonostante il deficit fisico che l'accompagna dalla nascita, è definita da tutti scherzosamente «un terremoto». E poi ci sono Energy, Giulietta, Chicco. Sono solo alcuni dei 372 gattini ospitati dall'Ediga (Ente di difesa del gatto) di Palermo, che gestisce un gattile, non comunale ma privato.
Ad accogliere e curare i tanti micetti abbandonati per strada è la signora Maria Pola Narzisi, conosciuta come la «gattara», un'arzilla signora di 81 anni, che da oltre 25 anni è diventata il punto di riferimento per i gattini di strada. «Al rifugio - racconta la Narzisi - che è una struttura privata, riconosciuta dal Comune di Palermo e senza fini di lucro, accogliamo i numerosi gattini che vengono abbandonati o trovati da qualche cittadino, amante degli animali, che poi li porta da noi».
La struttura, che si trova in un vasto terreno di via Pandolfini, nella zona di Boccadifalco, è stata realizzata a portata di gatto. «È lontano da zone abitate, così come prevede la normativa sui rifugi, e poi ci sono dieci complessi suddivisi in stanzette dove vivono i gattini, ognuna delle quali ha un'uscita nel giardinetto circostante». A sostenere le spese, non indifferenti, di tutto il gattile e dei suoi simpatici abitanti è sempre lei, la Narzisi, con gli aiuti che occasionalmente arrivano da qualche sostenitore. «I locali dovrebbero essere ristrutturati, ma io impegno quasi tutta la mia pensione nelle spese ordinarie. Per esempio vorrei separare la zona per le gattine degenti, che sono state sterilizzate, o quelli che stanno male, dagli altri che invece sono in salute. Ma economicamente non posso farlo». Tra le spese ordinarie da sostenere ci sono mangimi, scatolette, lettiere, visite periodiche dal veterinario, sterilizzazioni e farmaci. Periodicamente, infatti, le gattine vengono sterilizzate e tutti quanti nel momento in cui fanno ingresso al gattile vengono vaccinati. Tutto questo ha un costo, che solo grazie alla sensibilità di qualche veterinario magari si riduce di qualche euro. «Occuparsi poi della manutenzione della struttura e della cura dei gatti - spiega Daniela Cristofalo, che da tempo collabora nel gattile - non è affatto semplice. Le spese sono tante e le braccia sempre meno. Pochissimi i volontari su cui possiamo contare, mentre altri vengono solo saltuariamente». È l'appello che lanciano le due donne: volontari e aiuti, non necessariamente in denaro, ma anche in beni alimentari, come scatolette, mangimi e perché no, anche in affetto. «I mici chiedono continuamente coccole, amore. Basterebbe venire di tanto in tanto a giocare con loro», dice la giovane Daniela. E le adozioni? Anche quelle purtroppo scarseggiano. "C'è meno sensibilità ad adottare un micio, rispetto a quanto accade con i cani - spiega la "gattara" - Le persone sono meno disposte verso il gatto, che non è uomo-dipendente come il cane. Invito soprattutto gli anziani a venirci a trovare. I gatti sono autonomi, ma nello stesso tempo riempiono le giornate di ilarità e buon umore». Per chi fosse interessato, l'Ediga ha anche una pagina su Facebook, dove è possibile vedere le foto degli amabili gattini.
Palermo, la carica dei 372 mici: salvati e ora accuditi al «gattile»
La struttura riconosciuta dal Comune è gestita da un’anziana che da 25 anni si prende cura dei «trovatelli». Ecco le storie dei randagi ospitati nel centro
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