Mercoledì 27 Novembre 2024

Un po’ british e molto siciliano Il foulard che conquista l’Italia

PALERMO. Nel mondo del digitale due giovani provenienti da opposte latitudini hanno scelto di utilizzare il foulard, un pezzo di stoffa seppur pregiata, per raccontare le esperienze proprie e altrui, per trasmettere tradizioni e unire la cultura occidentale a quella orientale. Sono Marco Kinloch Herbertson, giovane designer italo-scozzese e Antea Brugnoni Alliata di Villafranca, discendente da un'antica famiglia aristocratica siciliana, con la passione per la matematica e il mondo arabo.
L'idea è di intendere l'accessorio come una cartolina da personalizzare in base all'ispirazione, come se fosse la tela di un artista da portare però al collo per comunicare il proprio messaggio. Affidare la cura dei soggetti ad artisti giovani ed eterogenei è ciò che completa la ricetta del marchio Kinloch, nato a settembre del 2011 e diventato in poco tempo un piccolo nome nel lusso italiano. La realizzazione è fatta interamente in Italia, i tessuti naturali, principalmente sete e cachemire pregiati, sono lavorati nelle più famose stamperie d'Italia, quelle di Como, mentre la rifinitura manuale e il confezionamento degli accessori avviene a Napoli, presso un'antica azienda artigianale. Il risultato è una linea di foulard dai contenuti inaspettati, che con la complicità di Antea e della sua passione per il Medioriente si è ampliata fino a comprendere i veli per il mondo arabo. La ventitreenne siciliana, infatti, nata in Svizzera e cresciuta tra il Marocco, la Malesia e la Siria per il lavoro dei genitori, cultrice del ruolo della donna nel mondo orientale la mamma Vittoria Alliata ed operatore di finanza islamica il papà Alberto Brugnoni, ha trasferito le proprie esperienze di viaggio e di vita nel lavoro e nelle sue creazioni. «Ho sempre considerato la Sicilia, come la mia "casa base" e paradossalmente ho ritrovato le caratteristiche dell'Isola in mio marito Marco, mio socio, che pur essendo per metà italiano e per metà inglese ha sempre avuto una enorme passione per i paesi mediterranei e attraverso il suo gusto, tipicamente anglosassone per il colore, ha saputo riportare su tessuto le sensazioni di queste terre. In particolare - spiega - abbiamo deciso di creare il primo velo di alta moda italiana per le donne musulmane, perché quelle che se lo possono permettere, oggi spendono per noti marchi internazionali, prestigiosi sì ma che non hanno le caratteristiche religiose e la ricerca studiata nei disegni che un oggetto sacro come il velo dovrebbe avere, e che la nostra linea, invece, rispetta».
Le collezioni portano nomi originali e insoliti come "Il giro del mondo in 80 mattonelle", nata dall'attenzione delle maioliche che si possono trovare in tutti i paesi del mondo, o "Le antiche fiabe russe". Ma i primi foulard, realizzati a mano dall'italo-inglese Kinloch sono stati dedicati alla Sicilia, ispirati alla Villa Spedalotto a Bagheria, al suo pavimento in maioliche settecentesche e alla balaustra sul mare o anche alle tipiche colonne di tufo circondate da agavi e fenicotteri rosa, un omaggio al periodo in cui la regione delle ville di Bagheria era l'Arcadia, con parchi sconfinati collegati tra loro. I pezzi sono venduti in alcuni negozi d'Italia, a Venezia, Castelfranco Veneto, Cittadella, Lucca, Forte dei Marmi e Bologna, con prossime aperture in Medio Oriente e, da gennaio, anche a Palermo, e la comunità degli estimatori è già attiva su Twitter e Facebook. Il prezzo medio del foulard è di 240 euro mentre di 650 è quello dei più ampi veli.

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