PALERMO. Il nostro cane fa i capricci quando lo lasciamo solo? E magari al rientro troviamo qualche spiacevole sorpresa? O al contrario ha paura di uscire? Non sono suoi dispetti volutamente usati contro di noi, ma delle patologie comportamentali generate da una gestione non proprio corretta del proprio cucciolo e dal rapporto che instauriamo con lui. In alcuni casi, il nostro amico a quattrozampe ha bisogno di una vera e propria terapia del comportamento. Gli anglosassoni la chiamano “psicologia canina”.
In Italia, più che altro, si parla di Medicina comportamentale. Il veterinario comportamentalista analizza i disturbi e li cura con una terapia comportamentale e, se necessario, somministrando anche una cura farmacologica. «Non possiamo parlare di vera e propria psicologia – spiega il dottor Marco Pecoraro, veterinario specializzato in Etologia e Benessere del cane – perché non si può neanche parlare di psiche nel cane. Parliamo di scienza del comportamento. Partendo dall’etologia, cioè dal suo comportamento in natura, è possibile agire con le terapie corrette». Diversi i disturbi patologici, che magari ai nostri occhi sono capricci e che invece sono legati a traumi avuti nelle prime settimane di vita o ad un processo di crescita non proprio compiuto. Un esempio? La più comune è l’ansia da separazione, che si traduce in lui nella paura di essere abbandonato, quindi in tristezza, ululati oppure in piccoli disastri in casa. Disturbo molto diffuso soprattutto nei cani abbandonati e poi adottati. «In questi casi – spiega Pecoraro – è sbagliato premiarlo al nostro rientro o prima di andar via con le coccole. Motivo? Lui le interpreta come premi al suo stato di ansia. Quindi, continuerà. Meglio uscire con naturalezza». Questo è uno dei tanti modelli di esercizi pratici di modifica del comportamento dell’animale. Ed è sulla base di esercizi pratici e del rapporto cane-padrone che il veterinario comportamentalista farà la sua terapia. «Di solito, si comincia da una visita esplorativa, in cui si fanno domande al proprietario – chiarisce Ines Scardina, educatore cinofilo –. Poi, si passa alle sedute domiciliari, perché il cane va osservato nel suo ambiente. Ed è sempre nel suo ambiente che andranno applicate le terapie. Il costo è variabile: va dai 50 euro per la prima visita, ai 20-40 euro per le successive sedute domiciliari». Terapie che consistono in esercizi pratici, basati su un sistema di premi ad ogni azione corretta del cane. «Esercizi – conclude Pecoraro – che poi dovranno essere applicati dal padrone quotidianamente. Ed è meglio usare il sistema dei premi, che delle punizioni, perché più efficace».
Anche il cane dallo psicologo La cura: esercizi pratici e farmaci
L’etologo: «Il disturbo più diffuso è l’ansia da separazione. Per educare i quattrozampe meglio i sistemi a premi che le punizioni»
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