PALERMO. Reduce da alcuni concerti nella sua amata Sicilia, tra cui Milo (Catania), dove si è esibito nell’ambito della seconda edizione del festival "Milo che Suona" diretto da Franco Battiato, Mario Venuti questa sera canterà in acustico al Lungomare di Erice (Trapani), per la prima edizione di ARTErìa Festival e del Premio “Silvia Carrubba”, un contest musicale dedicato a band e solisti emergenti, che ha come scopo la sensibilizzazione verso il mondo della musica e dell’arte. Da poche settimane è online il videoclip di “Fammi il Piacere”, secondo singolo estratto dal nuovo disco di inediti “L’Ultimo Romantico” (Musica & Suoni-Microclima/Sony Music). Dodici brani (10 dei quali a quattro mani con Kaballà) che spaziano dal pop al rock, passando per le note classiche della sua musica di sempre, segnando il ritorno, a tre anni di distanza da “Recidivo”, del cantautore siciliano dopo l’esperienza teatrale con il musical “Jesus Christ Superstar”.
AD ERICE A CHIUSURA DEL TUO TOUR SICILIANO. E POI?
“La Sicilia è la mia terra. Sono molto amato qui e sono contento quando mi esibisco in questa meravigliosa isola. A me piace girare anche per i piccoli centri, per le feste paesane che mi riportano indietro con i ricordi d’infanzia. Mi diverte anche questa dimensione “più umile” e catturare chi si trova semplicemente a passare da lì. A Erice canterò da “solo”. Le mie canzoni hanno una completa struttura armonica, melodica e letteraria che possono reggere bene anche “nude”, senza la band. Con gli altri strumentisti si vestirebbero di altri contributi importanti: Franco Barresi alla batteria, Vincenzo Virgillito al basso elettrico, Osvaldo Di Dio alle chitarre e Tony Brundo al pianoforte e tastiere. Tony Canto ha partecipato in veste di direttore artistico. In autunno andrò in giro per l’Italia”.
CHI È L’”ULTIMO ROMANTICO”?
“Oggi è colui che a dispetto del cinismo imperante trova ancora un ideale per il quale lottare. Io penso a quelle figure che lavorano dietro le quinte, che si spendono senza chiedere niente in cambio. Una figura quanto mai inattuale”.
TU SEI UN “ROMANTICO”?
“Io lo sono per altri aspetti. Sto spendendo la mia vita per l’ideale della promozione dell’arte e della cultura. E vado avanti coerente e fedele a dispetto delle contrarietà, seguendo un ideale nonostante tutto. Romantico non significa sentimentale”.
È DIFFICILE OGGI?
“Certo che è difficile. Cominciare oggi credo sia molto più complicato. Io posso contare su una base che mi sono costruito negli anni. Ma non sono pessimista e credo che anche i giovani di oggi possono farcela. Ce ne sono tanti molto bravi che partono con il piede giusto e che io cercherei nell’underground o nelle etichette indipendenti. I talent sono deleteri e non ci vedo nulla di nuovo, un mero rifacimento di schemi antiquati. Abbiamo bisogno più di idee che di voci”.
L’ULTIMO ROMANTICO E LA CRISI?
“Ci sono delle canzoni in questo cd che possono riportare ai tempi di oggi. “Rasoi” sui tagli in generale, alla spesa, alla cultura, che ironizza sul binomio beni superflui e beni superflui, che comunque “ricrescono”: un gioco ironico su cosa realmente ci serve e su cosa è “di più”. Abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre possibilità. In “Fammi il piacere”, invece, il tema sulla mercificazione del corpo femminile. Come ha fatto il nostro ex Presidente del Consiglio rimettendo in primo piano un modo di rapportarsi al corpo femminile piuttosto maschilista, suscitando indignazione e ilarità. Ho ironizzato su tutto questo, dove denaro e sessualità ci riportano a una società più primitiva e meno evoluta di quello che pensavamo fosse”.
COSA HA L’ULTIMO ROMANTICO CHE RECIDIVO NON AVEVA?
“Recidivo era l’inizio di una nuova fase. Smaltita la sbornia tropicalista bisognava appropriarsi delle radici europee, avvicinandosi alla nostra cultura, al mondo accademico della musica classica e dell’opera, partendo proprio dal pop e dalla canzone, con tentazioni neoclassiche (Galatea, Il Milione) che aleggiavano nel disco mischiate a influenze rock e pop. L’Ultimo Romantico prosegue su questa scia. La differenza sta nell’umore. Mentre Recidivo era un disco sovrastato da uno stato d’animo “autunnale”, leggermente malinconico dovuto a un mio periodo di crisi, l’Ultimo Romantico è “primaverile”. Nonostante la crisi, qui c’è uno spiraglio di luce, c’è un’ aria di fiducia nel futuro, un antidoto. Le mie canzoni sono il risultato di ciò che io voglio e sento. Il pubblico ha bisogno di trovare una corrispondenza con la musica che come la tavolozza di un pittore permette una varietà di colori. Ci sono canzoni che vanno a toccare corde intime e che possono riguardare tutti”.
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