A Shanghai trionfo da numero uno, Sinner batte Djoko sotto gli occhi di Federer: «Speciale vincere con una leggenda»
Shanghai è stata il palcoscenico del definitivo passaggio di testimone ai vertici del tennis mondiale tra Novak Djokovic, l’ultimo dei big three ancora in attività dopo l’annuncio del ritiro di Rafael Nadal, e Jannik Sinner. L’attuale numero 1, sotto gli occhi di Roger Federer e Carlos Alcaraz, ha battuto (7-6, 6-3) per la terza volta consecutiva il fuoriclasse serbo trionfando nel Masters 1000 di Shanghai. Già certo da ieri di concludere l’anno da n.1, l’altoatesino ha certificato di meritare il ranking ma soprattutto il ruolo di primo erede di quel favoloso trio che ha dominato per vent’anni. «È stata una delle sfide più difficili e visto l’avversario è una vittoria speciale. Nole è una leggenda dello sport ed è sempre dura giocare contro di lui», ha detto a caldo il vincitore. «Jannik mi ricorda me» ha dichiarato il serbo, un’ammissione esplicita di ritenere l’azzurro colui che più di tutti può seguirne le orme. Diciassette titoli in carriera, sette solo quest’anno tra cui due slam, Sinner dovrà faticare per raggiungere i record di Nole, 99 titoli, con 24 trionfi slam, ma la strada sembra segnata. Nonostante l’incubo del caso clostebol, e in attesa di un’auspicata definitiva assoluzione dal parte del Tribunale arbitrale dello sport, a Shanghai come a Pechino - dove pure era stato battuto in finale da Alcaraz - l’italiano ha dato ancora una volta dimostrazione delle sue enormi qualità e anche di una forza mentale non comune. Dopo aver tenuto testa nel primo set a un Djokovic tornato quasi al meglio regolandolo al tie break, Sinner ha preso presto il largo nella seconda partita, impiegando meno di cento minuti per mettere le mani sul trofeo e sul ricco assegno destinato al vincitore, impedendo al rivale di vincere il suo 100/o titolo in carriera. Per il n.1 è stata la 65/a vittoria in stagione, a fronte di sole sei sconfitte, ottenuta grazie a numeri importanti: otto ace, con 61% di prime con cui ha portato a casa il 76% dei punti, nessuna palla-break concessa e una su due vinta, 22 colpi vincenti contro 23 errori non procurati, lo stesso numero del serbo che però di vincenti ne ha tirati solo 12. «Oggi è stato un giorno molto speciale. Ho giocato con Roger e Carlos in tribuna, atmosfera splendida», ha detto ancora l’altoatesino, lasciandosi andare a qualche sorriso dopo aver poco esultato in campo, magari anche in segno di rispetto verso il grande avversario. «Nel 2024 ho avuto tanti successi, ma è stato anche un anno molto difficile, ho perso un po’ il sorriso per questioni che non riguardano il campo e che restano a volte nella mente - ha affermato - Non è mai facile giocare nella situazione in cui mi trovo, ma ho cercato di godermela il più possibile e sono felice di come sto affrontando le situazioni in campo. Devi solo credere e rimanere composto nei momenti importanti di una partita. Come si batte Djokovic? Niente, solo sono stato capace di sfruttare meglio le poche chance che mi ha dato». Come fa lo ha spiegato il serbo: «Il suo servizio è diventato un’arma importante, è aggressivo da fondo, se ha una palla da attaccare prende l’iniziativa. Jannik è molto solido col diritto e col rovescio, non fa molti errori, cerca di toglier tempo all’avversario. È quello che ho fatto per tanti anni - ha sottolineato - cercare di soffocare in un certo senso gli avversari, farli sentire sempre sotto pressione. E lui lo fa, quest’anno è stato impressionante, davvero continuo». Un’immagine chiara di quel che Sinner è e promette di essere in futuro. Ora lo aspettano un torneo esibizione a Riad, dove sarà in campo anche Nadal, poi gli ultimi due obiettivi 2024: le Atp Finals di Torino e le finali di Coppa Davis in Spagna. Tutta l’Italia lo aspetta.