Il sogno americano è a un passo. A sette mesi dal trionfo a Melbourne che gli regalava il primo slam e da lì la corsa, andata a buon fine, a diventare il numero 1 al mondo, Jannik Sinner si ritrova di nuovo a fare i conti con la storia. A New York, sul cemento di Flushing Meadows, il tennista azzurro va a caccia degli Us Open. Dopo aver battuto l’amico Draper, al termine di una maratona resa ancora più complicata dall’afa, Sinner dovrà vedersela con Taylor Fritz: tra lui e la conquista dello slam americano c'è il ricchissimo padrone di casa. I due si incontrano per la terza volta (domenica 8 settembre, alle 20) e il bilancio finora è di un successo per parte: alte le motivazioni per entrambi, Sinner non vuole lasciarsi fuggire l’occasione di vincere il secondo slam nella stessa stagione, e fare un altro salto tra i più grandi dopo settimane difficili per il caso della positività al doping (assolto, ma la Wada ha ancora la possibilità di fare ricorso). Il golden boy a stelle e strisce, invece, ha l’ambizione di restituire a un americano il titolo degli Us Open che manca da oltre vent'anni, quando a esultare nel 2003 fu Andy Roddick, l’ultimo americano ad arrivare in finale anche tre anni dopo, battuto da Roger Federer. Da allora più nulla è per questo che Fritz, che già a due anni teneva la racchetta in mano cresciuto in una famiglia di tennisti, si trascina il tifo di un’America che aspetta questo momento da troppi anni. E proprio il tennista di San Diego, già papà del piccolo Jordan, adesso si dice pronto a sfidare Jannick convinto anche di poterlo battere. «Sono fiducioso e so che quando gioco bene posso battere chiunque - le parole del 27enne californiano -. Con Jannik sarà diverso, giocherò da sfavorito. Ma contro di lui mi sono sempre ben comportato. Il traguardo? Per L’America è una grande cosa, penso che faccia capire che stiamo provando a vincere uno Slam». Sinner, alla partita numero 60 in stagione (il bilancio è di 54 vittorie e 5 sconfitte) punta a regalarsi il secondo slam: «Ho solo un’esperienza di finale alle spalle, non è molto - ha detto il campione altoatesino - quando arrivi a giocare la domenica significa che hai fatto un ottimo risultato. Lo slam è diverso, penso comunque che bisogna scendere in campo anche per divertirsi. Da Melbourne a oggi ci sono state tante vittorie, momenti belli, altri difficili. Una finale slam è speciale, e sarà una domenica speciale».