Sono bastate due settimane all’Inter per tornare ad essere la squadra dominante e divertente della passata stagione. La macchina nerazzurra è apparsa quasi perfetta; le fatiche fisiche, che erano emerse a tratti nella partita contro il Lecce, sono sembrate sembrate irrilevanti nella vittoria netta contro l’Atalanta a San Siro. E il 4-0 rifilato alla squadra di Gasperini è un messaggio chiaro a tutta la Serie A: l’Inter sta bene, ha fame ed è largamente la favorita per il titolo. La Dea tra assenze importanti (Gasperini sceglie Retegui e lascia in panchina De Katalaere; Zaniolo ko neppure convocato) ed errori difensivi (autogol e non solo), è ancora un cantiere aperto. Suo malgrado ha cambiato tantissimo tra addii (Koopmeiners è una ferita aperta) e nuovi arrivi (Bellanova titolare ma non convince), ci vorrà tempo. L’Inter, invece, come ricorda Marotta «è un gruppo solido» e si vede. La squadra di Inzaghi suona uno spartito ad occhi chiusi che da anni manda in trance la Dea, incapace da una decade di imporsi al Meazza. Sblocca la partita una deviazione fortuita ma decisiva di Djimsiti che fatica per tutta la gara a contenere Thuram. L'attaccante cerca un passaggio al centro, il difensore tocca e di fatto spiazza Carnesecchi al 3'. Gol e match subito in discesa. L’Inter domina, diverte, mantiene un ritmo alto. All’8' Calhanoglu impegna il portiere dell’Atalanta con una gran botta su punizione respinta con i pugni. Lo spirito interista è quello famelico e competitivo di sempre. L’immagine di Barella che «discute» a distanza con Dimarco per un passaggio non riuscito dà la percezione dello spirito della squadra di Inzaghi. Tutt'altro che sazia. E al 10' arriva il raddoppio con un eurogol di Barella al volo di sinistro su una palla vagante al limite dell’aria. La squadra di Gasperini prova a reagire ma sciupa: Zappacosta dalla distanza obbliga Sommer all’intervento di pugni ma poi Retegui spara alto. Poco prima della mezz'ora Djimsiti rischia il secondo pasticcio e intercetta un tentativo di Thuram, questa volta il palo salva la Dea. Ma è questione di tempo e dopo appena due minuti dall’inizio della ripresa, il numero 9 nerazzurro trova la rete. Rimessa lunghissima di Bastoni, difesa atalantina incerta e disattenta, si avventa sulla palla Thuram che anticipa Zappacosta e firma il tabellino: 3-0 e partita definitivamente chiusa. Così c'è tempo anche per cercare le prodezze, come il tentativo di Lautaro al volo che finisce a lato, o la conclusione dal limite di Barella. L'Atalanta è inerme. La sua solita tenacia non si intravede neppure. Le amnesie difensive devono far riflettere Gasperini. L'Inter con troppa facilità arriva davanti alla porta, tanto che Thuram trova anche la doppietta su errore di Zappacosta. Un poker, stesso esito dell’ultimo confronto a San Siro lo scorso febbraio. Nel secondo tempo Calhanoglu e Bastoni vengono sostituiti per affaticamento. A fine gara scampolo di partita per Frattesi che in una manciata di minuti costruisce due occasioni pericolosissime ma la squadra non concretizza. E con un Lautaro in forma (al momento reduce da un affaticamento), questa Inter fa davvero paura.