Un oro che neppure immaginava. Sì, perché all’Olimpiade di Parigi Tamirat Tola non avrebbe dovuto esserci, poi è subentrato al posto dell’infortunato Sisay Semma, e oggi ha regalato all’Etiopia la vittoria della maratona, corsa in 2 ore 06’26”, nuovo record olimpico della prova, ottenuto in una ‘cornicè che più bella non avrebbe potuto essere, ovvero le meraviglie di Parigi. Così, partendo dall’Hotel de Ville e passando vicino ad alcuni dei punti più iconici come la Tour Eiffel e il museo del Louvre, Tola si è fatto il più bel regalo di compleanno, visto che domani compirà 33 anni. L’oro di oggi andrà ad aggiungersi a quello vinto ai Mondiali di due anni fa in Oregon, e al bronzo olimpico che ottenne in pista, nei diecimila, a Rio 2016.
«Grazie Parigi, è il più bel giorno della mia vita - le parole di Tola -. Questo era il mio obiettivo fin dal giorno in cui ho saputo che avrei partecipato a questa Olimpiade. Ero la riserva del team dell’Etiopia, ma ci ho sempre creduto e ho avuto il merito di farmi trovare pronto. Così ora ho realizzato il mio sogno: questa è l’Olimpiade, la prova più difficile del mondo».
Tola è partito attaccando sulle prime rampe di un tratto in salita, sgranando il gruppo dei corridori di testa composto da una quindicina di atleti che, in precedenza, avevano ripreso l’azzurro Eyob Faniel, partito troppo presto. A quel punto erano già in crisi due dei protagonisti più attesi, l’etiope Kenenisa Bekele (alla fine 39/o, «ma sono felice lo stesso, perché l’Etiopia ha vinto comunque») e, soprattutto, il keniano Eliud Kipchoge, che qui tentava la tripletta dopo aver vinto a Rio e a Tokyo. Invece cominciava a toccarsi il fianco, e poco dopo si ritirava, mentre era in 71/a posizione staccato di otto minuti dai primi. Così ‘staccavà, non senza essersi prima tolto le scarpe supertecnologiche e averle regalate a un tifoso lungo il percorso.
E gli italiani? Il migliore è stato Yeman Crippa, il campione europeo della mezza maratona, che si è piazzato 25/o. Ancora più dietro Faniel, 43/o, e Daniele Meucci, 51/o. «Dopo la discesa che ero riuscito a far bene - spiega Crippa -, poco prima del trentacinquesimo chilometro sono andato in crisi all’improvviso, mi passavano in tanti ed è stato brutto non poter provare a rispondere. Questa gara mi insegna che ci possono essere molti tipi di maratona, soprattutto quella olimpica è davvero difficile. Ora mi prendo un momento di pausa, poi mi preparerò per un’altra avventura». Sperando in risultati migliori.
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