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Oppo e Soares d'argento nel canottaggio: è il canto del cigno, da Los Angeles 2028 fuori i pesi leggeri dalle Olimpiadi

Un bellissimo argento per chiudere un percorso che dura dal 2017. Da allora, il due di coppia pesi leggeri italiano va regolarmente a medaglia in ogni manifestazione. Eppure, questa disciplina sparirà dal programma olimpico.

Per allargare il bacino d’utenza del canottaggio, infatti, il Cio ha optato per un cambiamento radicale: fuori i pesi leggeri da Los Angeles 2028, a scapito di una nuova disciplina chiamata beach rowing, canottaggio in mare, con partenza in spiaggia per poi pagaiare per 1.500 metri verso l’arrivo. Uno degli ultimi sussulti dei pesi leggeri, dunque, ha portato la firma dell’Italia. L’Irlanda ha dominato la finale col tempo di 6'10"99, ma gli azzurri hanno disputato una gara sontuosa. Dopo avere lanciato la sfida ai favoriti nei primi 500, Gabriel Soares e Stefano Oppo hanno difeso strenuamente la seconda piazza dall’assalto della Grecia. Il sorpasso era avvenuto ai 1.000 metri, poi il controsorpasso azzurro e il meritato argento. Una medaglia che è stata blindata per soli 11 centesimi: 6'13"33 il tempo azzurro, 6'13"44 quello ellenico.

Così è nata la 17esima medaglia per l’Italia nelle Olimpiadi di Parigi 2024, l’ottava d’argento e la seconda dello stesso metallo per la spedizione del canottaggio, che sta vivendo giornate decisamente positive. Non c'è rammarico per l’epilogo della gara, come racconta Stefano Oppo: «Noi avevamo occhi solo per i nostri vicini di corsia, l’Irlanda. Volevamo l’oro ed eravamo convinti di poter mantenere la nostra posizione. Ci sembrava di avere più di un decimo sulla Grecia. L’emozione e il brivido del rush finale l'avete vissuto più voi dagli spalti, noi eravamo convintissimi di tenerli dietro e ci siamo riusciti, conquistando uno splendido argento».

Per Oppo si tratta della seconda medaglia olimpica, dopo quella di Tokyo 2020 al fianco di Pietro Ruta: «Sono medaglie molto diverse. In Giappone gareggiavamo col timore del quarto posto di Rio, qui invece abbiamo avuto totale serenità sin dai primissimi giorni. Volevamo l’oro, ma portiamo a casa uno splendido argento. Da Gabriel ho imparato ad essere metodico. Io ero tutto lavoro, ma mi perdevo nei dettagli: mi ha tenuto in carreggiata. Nelle Olimpiadi sono arrivato quarto, terzo e secondo. L’ho detto agli irlandesi: vi va bene che non ci sono più i pesi leggeri, altrimenti avremmo vinto (ride, ndr). Non so se ci sarò a Los Angeles».

Per il suo compagno d’equipaggio Gabriel Soares «è stato un sogno far parte del due di coppia pesi leggeri. Li seguivo sin da piccolo e, quando gareggiavano a Rio, sognavo di salire su quella barca plurimedagliata. Era tostissimo salire su questo doppio così vincente. Ho vinto il Mondiale in singolo, ho fatto tante prove e mi sono aggrappato a un sogno che oggi è diventato realtà. Dalla convivenza con Stefano ho guadagnato l’esperienza, la serenità e questo argento. Non c'è rammarico, l’Irlanda ha avuto una grande giornata: questo argento vale oro». Non c'è dispiacere per l’esito della finale, ma c'è eccome per il canto del cigno di questa specialità alle Olimpiadi: «Non ci sarà più questa barca ed è un peccato, però non è detto che non ci saremo più noi. Ci saranno il beach sprint e ci saranno i senior. Essendo dei buoni pesi leggeri abbiamo tutte le qualità per fare queste discipline».

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