Mercoledì 18 Dicembre 2024

Ganna voleva l’oro: «È come vedere una Ferrari arrivare seconda, ma sono stato battuto da un fuoriclasse»

La prima medaglia dell’Italia a Parigi è arrivata nel ciclismo su strada, sotto gli occhi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa volta al coperto nonostante la pioggia non sembri proprio volerlo abbandonare. Eppure Filippo Ganna, argento nella crono ma battuto solo da un formidabile Remco Evenepoel, esce comunque col rimpianto di non aver conquistato il gradino più alto del podio. «Da italiano è come vedere una Ferrari arrivare seconda - ha spiegato -. Rode, ma comunque sono stato battuto da un fuoriclasse». Il fenomeno appunto è il belga, che trionfa in 36:12.16, secondo l’azzurro in 36:27.08 e terzo Wout van Aert (36:37.79). Insomma, un argento che avrà bisogno di tempo per essere metabolizzato perché «l’oro lo volevo», ha proseguito e «un po’ di rammarico c’è», soprattutto a fronte di alcune scelte per essere al top ai Giochi, vedi la rinuncia alla Roubaix. Ma ripercorrendo i 32,4 km di Ganna, il rischio che non potesse arrivare nemmeno quel secondo posto c’è stato. Solo un grandissimo finale, infatti, ha posto rimedio a una pericolosa sbandata che lo ha fatto appoggiare sulle transenne (senza tuttavia cadere e terra) che gli aveva fatto perdere altri secondi preziosi. «Ma dopo quel momento mi sono detto «Pippo, è un anno di lavoro, devi dare tutto» e da lì ho trovato la forza», ha raccontato con la medaglia al collo dopo una cerimonia davanti la Torre Eiffel, lì dove esattamente 10 anni fa (il 27 luglio 2014) Vincenzo Nibali vinceva il Tour de France. Corsi e ricorsi storici che comunque hanno portato l’azzurro e il tricolore a sventolare alto nel cielo di Parigi per quello che è il primo tassello dell’obiettivo prefissato da tempo dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: vincere una medaglia in più delle 40 di Tokyo. E Ganna, in Giappone, nella crono su strada mancò il bronzo di un soffio, rifacendosi però con l’oro, con tanto di record del mondo, nell’inseguimento a squadre su pista assieme a Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan. La speranza, dunque, è che l’argento in apertura possa dare la spinta per replicare quanto accaduto tre anni fa. «Con questo secondo posto abbiamo aperto le danze ora con il quartetto vogliamo continuavamo a ballare», la promessa di Ganna che ripartirà subito per Roma e dopodomani di nuovo in pista in vista dell’appuntamento a squadre che a Parigi lo vedrà impegnato tra il 5 e il 7 agosto. Lì il problema della pioggia non ci sarà. «In queste condizioni non sono un drago, a me la pioggia piace solo per lavarmi e vestirmi, that’s it», ha scherzato l’azzurro. Nel frattempo, però, ha incassato i complimenti del Capo dello Stato, così come quelli del presidente del Coni e del numero uno della Federciclismo che lo attendevano all’arrivo in Pont Alexander III. Ma Pippo spera comunque che il suo argento non sia l’ultima medaglia. «Tutti i ragazzi che sono qua dell’Italia sono motivati con un grande cuore, testa, gambe, braccia, polmoni, qualsiasi cosa per dare il meglio», ha concluso. Tutt’altro che finita, quindi, la sua missione, così come quella dell’Italia Team che del record di Tokyo non vuole accontentarsi. L’obiettivo è superarsi e nel frattempo, almeno Ganna, dorme sereno seppur con quel pizzico di amarezza per l’oro mancato. Nella foto Ganna sul podio con il vincitore Evenepoel e la medaglia di bronzo Wout van Aert

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