Max Verstappen vince una delle gare più difficili della sua vita, ma deve sudarsela fino all’ultima curva. E a Imola la McLaren manda un messaggio alla Red Bull: l’epoca del dominio assoluto è finita. Lando Norris (nella foto) arriva nei tubi di scarico del tre volte campione del mondo, dopo una quindicina di giri in rimonta che l’hanno portato a rosicchiare, settore dopo settore, diversi secondi all’olandese. A complicare la vita a Verstappen, oltre alla diversa tenuta delle gomme dure che hanno funzionato molto meglio per la McLaren che per la Red Bull, anche la bandiera bianconera mostratagli dopo poco più di venti giri: l’olandese ha dovuto correre una quarantina di tornate stando attento a non incorrere in un ulteriore track limit, che gli sarebbe costato una penalità di 5 secondi. Non è bastato a Norris per bissare la prima vittoria di Miami, ma l’assedio al dominatore degli ultimi anni ha tenuto il pubblico col fiato sospeso. A difendere l’orgoglio Ferrari è stato Charles Leclerc, che ha mantenuto la terza posizione della griglia di partenza. Dopo il pit stop il monegasco ha provato a farsi vedere negli specchietti di Lando Norris, fino a quando un piccolo errore e soprattutto il cambio di marcia del britannico hanno messo la McLaren fuori dal mirino. Alle sue spalle l’altra McLaren di Oscar Piastri, che nel balletto dei pit stop (i primi 5 hanno effettuato un’unica sosta), ha scambiato la posizione con la Rossa di Carlos Sainz, giunto quinto. Poi le Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell, seguite dall’altra Red Bull di Sergio Perez sempre in ombra nel weekend. Nono è arrivato Lance Stroll su Aston Martin, a punti anche la padrona di casa faentina RB grazie a Yuki Tsunoda. Si chiude così un weekend agrodolce per la scuderia di Maranello: sotto le aspettative per quanto visto nelle prove libere del venerdì dominate da Leclerc, ma per il Cavallino è un ritorno sul podio di Imola diciott’anni dopo il trionfo di Michael Schumacher datato 2006. E i tifosi hanno apprezzato, con una corsa sfrenata di gruppo lungo il circuito per accaparrarsi il posto migliore ai piedi del podio. Il lungo abbraccio collettivo alla Ferrari è durato anche dopo: ancora alle 18 erano un centinaio i tifosi assiepati fuori dalla sala della conferenza stampa per chiedere un autografo a Leclerc. L’ultima immagine di un weekend che ha portato oltre 200mila spettatori all’autodromo Enzo e Dino Ferrari. Per la Formula 1, quello di Imola ha l’aria di essere un weekend di svolta. Da molto tempo Verstappen non doveva impegnarsi così tanto per vincere un Gran Premio e il margine, di 7 decimi, è stato davvero esiguo per una gara priva di safety car. Leclerc stesso ha chiuso a 7 secondi, tutto sommato nella scia dei primi due. Decisiva è stata la pole position conquistata a sorpresa dall’olandese sabato, anche grazie alla scia concessagli da Nico Hulkenberg della Haas. Per il tre volte campione del mondo è la 59esima vittoria in carriera e la terza filata a Imola, a testimoniare un feeling particolare con il circuito romagnolo. Aspetto che, forse, lo ha aiutato a resistere all’assalto all’arma bianca di Norris. Leclerc, dal canto suo, supera Perez al secondo posto in classifica generale. A dimostrazione che il dominio della Red Bull non è più così incontrastato: si regge su un fenomeno che quest’anno ha conquistato 7 pole position su 7, 5 gare su 7 ed entrambe le Sprint race. E l’arrivo in volata in Romagna, culmine di un weekend difficile per la scuderia più forte, arriva dopo la sconfitta a Miami: insomma, nel Circus si respira aria nuova.