Che abbia le stimmate del predestinato lo riconosce anche l’unico che è stato in grado di batterlo, il campione di tutto Miltiadis Tentoglou: «È una bestia, è stato fantastico, avrebbe anche potuto vincere». E anche se è arrivato “solo” l’argento, il futuro è suo. Mattia Furlani conferma fra i grandi quanto di buono già mostrato a livello giovanile: oro europeo under 20 lo scorso anno e under 18 la stagione prima e neo primatista italiano da un paio di settimane (8.34), il diciannovenne delle Fiamme Oro va a prendersi di forza la sua prima medaglia iridata al coperto, giocandosela fino all’ultimo con un fuoriclasse assoluto come il greco per il metallo più prezioso. Entrambi saltano 8,22 al primo tentativo e solo il secondo miglior salto (8,19 contro 8,10) consente a Tentoglou di confermare il titolo conquistato due anni fa a Belgrado e arricchire ulteriormente la sua collezione, dove spiccano l’oro olimpico di Tokyo, quello mondiale di Budapest e i due europei. «A Roma sarà una bella sfida», guarda già avanti l’ellenico, riconoscendo il valore del giovane rivale. Il Miles Morales italiano - il personaggio dei fumetti Marvel chiamato a raccogliere l’eredità di Peter Parker come nuovo Spiderman - ha poco da rimproverarsi. Furlani dà infatti vita con Tentoglu a un duello appassionante, risolto sul filo dei centimetri e col greco costretto a impegnarsi fino all’ultimo tentativo per respingere gli assalti del diciannovenne azzurro, col giamaicano McLeod che alla fine deve accontentarsi del bronzo per un soffio (8,21). «In una gara alle 10 del mattino, col campione olimpico e mondiale, arrivare a medaglia è pazzesco, un sogno, il frutto del tanto lavoro fatto in queste settimane», esulta Furlani, che ringrazia mamma Kathy Seck, che è anche la sua allenatrice, e si lascia andare alle lacrime: «Fa piacere aver raggiunto un risultato del genere, l’ho sognato ma raggiungerlo è un’altra cosa». Diventato il più giovane medagliato di sempre nel lungo in una rassegna iridata al coperto, Furlani non intende fermarsi qua perchè questa è solo «la prima tappa di un lungo percorso, bisogna stare coi piedi per terra perché c’è tanto da lavorare». Con Roma all’orizzonte e, poco più in là, Parigi.