Venerdì 15 Novembre 2024

Troppe gare, Sinner guida la rivolta: il gran rifiuto a Parigi diventa un caso

Jannik Sinner

Nel calcio si gioca a Natale, Capodanno ed Epifania. Nei motori - Formula 1 e Motogp - l’arrivo delle gare Sprint ha raddoppiato i punti, ma anche impegni rischi e stress. E nel 2024 per le monoposto il programma sarà sempre più extra large. Tour de force contro cui in tanti si sono scagliati, ma senza ottenere reali cambi di rotta: e così il gran rifiuto di Jannik Sinner - che ha deciso di rinunciare agli ottavi del torneo di Parigi-Bercy per mettere al riparo la sua salute, ma mettendosi platealmente contro gli organizzatori del Masters 1000 francese - diventa un caso. Ma anche un episodio da cui prendere spunto e ripartire. «Ben vengano decisioni come quella di Jannik Sinner, si sta andando in una direzione malata, bisogna avere più rispetto per gli atleti e dare loro il tempo di recuperare», dice all’Ansa Paolo Pizzo, ex campione di scherma, oggi rappresentante degli atleti in Giunta Coni. «Quella della congestione dei calendari sportivi - spiega l’ex campione, protagonista di “Stoccata vincente”, libro autobiografico divenuto film tv andato in cui racconta la battaglia vinta contro un tumore al cervello - è una problematica di tutte le discipline, troppe gare ravvicinate vanno a scapito della tecnica e il primo specchio sono, ad esempio gli stadi vuoti e la sovrapposizione degli atleti. Trovo scandaloso che un top come Sinner sia stato messo in queste condizioni, non capisco come l’Atp permetta una cosa del genere quando esistono anche software che aiutano a schedulare gli eventi». Pizzo sottolinea l’importanza dei tempi di recupero degli atleti: «Tenere certi ritmi non va bene, anche solo mentalmente. Ci vuole molto coraggio a seguire l’esempio di Sinner». Per l’ex schermidore catanese «si sta andando in una direzione malata. L’atleta non può essere strumento da circo finalizzato allo spettacolo. Il rispetto ed il benessere dell’atleta, di qualunque disciplina si tratti - conclude - viene prima di tutto e devono essere consentiti i tempi di recupero, e questo oggi non è garantito». Nel pallone diversi campioni hanno provato a ribellarsi: il difensore del Liverpool, l’olandese Van Dijk poco tempo fa aveva lanciato l’allarme e si era detto disposto a rinunciare anche a parte dello stipendio per non sottostare a ritmi di gioco tanto stressanti. «Si gioca troppo. E sono disposto a guadagnare meno per la salute. Dobbiamo trovare una soluzione per il futuro dello sport», le sue parole. Anche Pep Guardiola, restando sempre nella Premier League, aveva sottoposto il caso: «Vorrei solo proteggere un minimo la qualità, e invece vedo che si va nella direzione totalmente opposta», ha detto il tecnico del City in riferimento al fatto che in nome del business ormai si fa tutto. Certo è che nel mondo del tennis Sinner è stato capace di passare dalle chiacchiere ai fatti: un gesto non simbolico che ha raccolto il sostegno del sindacato dei tennisti. «Dopo 24 ore estremamente complesse Sinner ha deciso di ritirarsi dal Paris Masters. È più importante che mai per i giocatori avere una voce sola per affrontare questioni come la programmazione degli incontri», il messaggio della Ptpa, l’associazione giocatori fondata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil. Ma non tanti dei giocatori attivi sul campo hanno stretto la mano a Sinner: alla solidarietà a caldo di Ruud, si è aggiunta quella di Stan Wawrinka: «È pazzesco: al torneo non importa nulla e l’Atp si adegua a quello che il torneo fa. È sempre la stessa storia...».

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