Con la pioggia, con il vento o con l’asciutto, nulla può fermare Max Verstappen. In un pazzo Gran Premio sul circuito di casa a Zandvoort colorato a dismisura, nonostante il diluvio, dalla festante marea orange, il campione del mondo della Red Bull si conferma imbattibile inanellando la nona vittoria di fila che gli permette di eguagliare l’ex ferrarista Sebastian Vettel e di mettere l’ennesima ipoteca sul un Mondiale finito ormai da tempo a suo favore. Dietro all’olandese volante ancora una gran bella gara di Fernando Alonso che si prende un meritatissimo secondo posto davanti alla sorpresa Pierre Gasly su Alpine-Renault, terzo grazie alla penalità di cinque secondi inflitta a Sergio Perez per aver superato il limite di velocità in pit-lane. Gara horror della Ferrari fuori causa per problemi al fondo della sua monoposto dopo una serie di guai e solo quinta con Carlos Sainz che non riesce ad approfittare delle chance offerte da una corsa resa così imprevedibile dal meteo.
A sorridere davanti a tutti suoi tifosi è Verstappen che domina il Gp d’Olanda dall’inizio alla fine nonostante una serie infinita di contrattempi caratterizzati da diversi cambi gomme, interruzioni, safety-car, incidenti e sorpassi al limite.
«È incredibile - sorride dal primo gradino del podio l’olandese volante - Oggi il meteo non ci ha reso la vita facile. Non era facile prendere sempre la decisione giusta. Avevo già la pelle d’oca quando ha suonato l’inno nazionale prima della partenza. Malgrado la pioggia e il brutto tempo i fan ci hanno dato dentro alla grande, sono un pubblico incredibile. Superare record di Vettel? Ci penseremo la settimana prossima - afferma il campione del mondo della Red Bull - adesso godiamoci questo weekend. La pressione era molto alta, sono felice di aver vinto qui».
Per la Ferrari un ritorno da dimenticare dopo la pausa estiva e a pochi giorni dal Gran Premio d’Italia a Monza. Gara complicatissima per Leclerc conclusa al giro 43 con il ritiro della Ferrari SF-23. Scattato 9° dopo essere finito contro le barriere nelle qualifiche del sabato, il monegasco è stato tra i più penalizzati dall’arrivo improvviso della pioggia mentre scattava il semaforo verde. Rientrato prontamente ai box, Charles ha atteso circa 13» visto che le gomme intermedie non erano pronte, forse per una chiamata tardiva da parte del pilota. Ma non solo: per Leclerc anche un danno all’ala dopo un contatto al via con Piastri (che lo ha costretto a un secondo pit-stop per sostituirla) e uno al fondo, con il ritiro della monoposto a due terzi di gara. Il tutto in un weekend in cui aveva già sostituito il cambio e la Power Unit. «Diciamo che la chiamata nel primo giro era giusta - ha confermato Leclerc - anche se poi abbiamo perso tempo perché non eravamo pronti. La chiamata è stata mia. Complessivamente abbiamo più guadagnato che perso. Dopo ho avuto un piccolo contatto con Oscar (Piastri, ndr) ma questo ha avuto un’influenza grandissima sulla macchina. Abbiamo perso più di 60 secondi e non c’era più niente da fare. Non ho visto bene dove abbiamo picchiato, però è stata una parte molto importante della macchina e abbiamo perso tantissimo».
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