Venerdì 22 Novembre 2024

Tutto facile a Wimbledon per Djokovic, Musetti e Sinner partono bene

Lorenzo Musetti

Il primo scroscio di pioggia dell’edizione n.136 dei Championships interrompe per quasi un’ora il programma della giornata di debutto, ma non la corsa verso la storia di Novak Djokovic, lanciato all’inseguimento dell’ottavo trionfo a Wimbledon. Opposto all’argentino Pedro Cachin il campione serbo, favorito n.2 del torneo, stacca in tre set il biglietto per il secondo turno (63 63 76(4)). Vinto il primo set, l’incontro viene interrotto per consentire la chiusura del tetto, ma alla ripresa del gioco Djokovic deve attendere che i giardinieri asciughino l’erba con gli aspira-foglie prima di poter archiviare la pratica in 2’12». Prestazione chirurgica, non senza qualche incertezza, per il serbo che allunga così la sua già straordinaria striscia di imbattibilità sul Centre Court dell’All England Club, dove non perde un match da oltre 10 anni (40 vittorie consecutive). Assente il suo rivale di sempre, Rafa Nadal, e costretto al ritiro all’ultimo minuto anche l’australiano Nick Kyrgios, solo l’imponderabile (e il n.1 al mondo, Carlos Alcaraz) sembrano potergli sbarrare la strada verso l’ottavo successo (il quinto successivo) sull’erba di Church Road. “Ogni anno che ritorno qui, mi riconnetto all’istante con il bambino che sognava di vincere il più importante torneo al mondo - la soddisfazione di Djokovic -. Non do un solo punto per scontato in questo torneo perché conosco il valore dei miei avversari».

Musetti e Sinner vincono all'esordio

Tutto facile anche per Lorenzo Musetti a cui bastano poco più di due ore per vincere il suo primo match in carriera sui nobili prati londinesi dopo due uscite consecutive al primo turno. In tre set (63 61 75) il 21enne di Carrara, n.16 del ranking, ha regolato senza affanni il peruviano Juan Pablo Varillas, vincitore dell’unico precedente tra i due. Troppo evidente il divario tecnico-tattico, con Musetti che conferma così i progressi sull’erba già manifestati al Queen’s. «È un giorno memorabile, aver vinto è una conferma e una soddisfazione - le parole del carrarino, che chiude il match con 31 vincenti e l’80% di punti al servizio con la prima -. Sono soddisfatto perché penso di aver giocato bene, dettando sempre gli scambi. Di Wimbledon non mi piace solo il tempo, per via delle troppe interruzioni per pioggia. Ma quest’anno ho deciso di affittare una casa non lontano dal club, e con il mio team ci troviamo davvero bene. Il mio obiettivo? Punto ad arrivare alla seconda settimana». Nel prossimo turno lo aspetta lo spagnolo Jaume Munar, mai andato oltre il secondo turno, che in quattro set (46 63 64 64) ha prevalso sullo statunitense John Isner, già semifinalista a Wimbledon nel 2018. Dopo Lorenzo Musetti anche Jannick Sinner si qualifica per il secondo turno dei Championships di Wimbledon: in poco più di un’ora e mezza il 21enne di Sesto Pusteria si impone sull’argentino Juan Manuel Cerundolo in tre set. Un break in apertura di match spiana la strada al n.1 italiano, ottavo favorito del seeding, che lo scorso anno a Wimbledon aveva raggiunto i quarti di finale, sconfitto da Novak Djokovic dopo essere stato due set avanti. Nella giornata d’apertura del terzo Slam dell’anno, Sinner onora al meglio il Centre Court, liquidando con un triplice 6-2 Cerundolo, n. 111 del ranking mondiale e al suo debutto assoluto sui prati londinesi. Nel prossimo turno l’altoatesino è atteso da un altro argentino, Diego Schwartzman che ha battuto il serbo Miomir Kecmanovic (60 63 64).

Il derby Sonego-Berrettini

Domani tocca agli altri quattro italiani in tabellone: riflettori puntati sul derby tricolore tra Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini, già finalista ai Championships due anni fa. Dopo le lacrime di Stoccarda, il tennista romano assicura di sentirsi in condizioni fisiche migliori. «Ho tanta voglia di fare bene, di vivere una partita come piace a me, che io vinca o che io perda. Soprattutto ho voglia di sentire nuovamente le emozioni in campo, l’adrenalina e anche la paura. Sono contento di essere qui», le parole di Berrettini alla vigilia.

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