L’Italia che va veloce. Francesco «Pecco» Bagnaia è campione del mondo in sella a una Ducati, la «Rossa» delle due ruote, simbolo del made in Italy. La sua rimonta straordinaria è finita senza l’acuto, ma in palio c’era un trionfo storico e l’imperativo era solo uno, non sbagliare. Così, il nono posto nel Gp della Comunità Valenciana, tappa ultima e decisiva della stagione 2022, è bastato a Francesco Bagnaia per laurearsi campione del mondo della MotoGp. Campione, 13 anni dopo l’ultimo italiano, il fuoriclasse e suo mentore Valentino Rossi, 15 anni dopo il titolo piloti portato alla Ducati da Casey Stoner e mezzo secolo dopo la doppietta italiana moto-centauro nella classe regina firmata da un altro mito come Giacomo Agostini, con la Mv Agusta. «È stata una gara durissima. Volevo arrivare tra i primi cinque ma l’anteriore scivolava tantissimo e l’importante era finire la corsa per conquistare il titolo - ha detto a caldo, un po’ commosso, il neo campione -. Sono felicissimo, è un’emozione unica, abbiamo lavorato tantissimo per questo. Scritto una pagina di storia? «Se è così, lo realizzerò solo da domani». “Un pilota italiano su una moto italiana! Orgoglio tricolore», il tweet della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un’ora dopo aver visto Bagnaia sfilare per il giro d’onore con la bandiera bianca rossa e verde in moto, mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha invitato il pilota Francesco Bagnaia e il team Ducati al Quirinale per festeggiare il titolo mondiale della MotoGp vinto oggi. L’incontro sarà il 16 novembre alle ore 12. L’ansia e la preoccupazione che lo hanno attanagliato in questi giorni, il timore di veder sfumare il trionfo per un errore, una caduta, un problema tecnico, è finalmente svanita, ma anche se Bagnaia non avesse tagliato il traguardo il titolo sarebbe stato comunque suo, dato che il campione uscente, Fabio Quartararo, che doveva vincere e «gufare», ha chiuso quarto, mai dando l’impressione di poter cambiare una storia già scritta e lasciando quindi il testimone al giovane torinese. La gara è stata vinta dallo spagnolo Alex Rins, in sella ad una Suzuki che a Valencia dà l’addio al motomondiale. Con un’Honda in difficoltà se non tra le mani di Marc Marquez e una Yamaha non del tutto all’altezza, il futuro della MotoGp lascia intravedere un dominio della Ducati, che solo nel team ufficiale nel 2023 potrà contare su Bagnaia ed Enea Bastianini, bravo a prendersi il terzo posto nella classifica. «Non so se ho fatto la storia, se è così me ne renderò conto da domani... Ma con la Ducati abbiamo compiuto qualcosa di veramente grande, di cui andare orgogliosi», ha detto ancora Bagnaia, ripercorrendo con la mente una stagione cominciata in sordina e segnata nella prima parte da tante cadute. Scivolato a -91 da Quartararo, il torinese ha trovato il feeling giusto e con quattro vittorie consecutive tra Assen e Misano (sette il totale stagionale) ha dato vita ad una rimonta che sembrava impossibile. Anche la Desmosedici, finalmente, dopo tante rincorse, ha portato al team di Borgo Panigale un titolo piloti che nè Rossi, nè Andrea Dovizioso e tanti altri dopo Casey Stoner 15 anni fa erano riusciti a conquistare. Il Gp di Valencia è stata vissuto nei box della Rossa con un altissimo livello di tensione ed emotività, acuita dalla presenza in forze della famiglia Bagnaia, nonni compresi. La fidanzata del pilota, Domizia Castagnini, ha sofferto più in silenzio del solito, in atteggiamento quasi di preghiera, accanto alla «cognata» Carola, media manager del team. Dopo la bandiera a scacchi, tutti sono corsi intorno al neo campione. Valentino Rossi è stato tra i primi, dopo l’esultante Domizia, a stringerlo a sè. Tra i tanti tecnici e colleghi, a rendere onore al campione c’era in prima fila lo stesso Quartararo e il sincero abbraccio tra i due ha suggellato nel rispetto un duello lungo un anno. A rendere omaggio al trionfo di Bagnaia, le parole di «Ago», anche lui presente al circuito: «Francesco ha iniziato la stagione con qualche difficoltà ma poi ha guidato con la testa ed è stato protagonista di una grande rimonta, ha guidato bene e ha meritato il titolo. Un pò è come me nella messa a punto della moto, ha qualcosa che mi somiglia. È sulla strada giusta e sicuramente potrà ripetersi», ha sottolineato Agostini. La festa sul circuito si è allargata presto a Chivasso, cittadina natale del campione, dove una folla ha seguito la gara su un maxi schermo in piazza d’Armi, e a Borgo Panigale, storica sede della Ducati, la Maranello del motociclismo. La doppietta italiana è stata celebrata con un tweet dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal presidente del Coni, Giovani Malagò. Anche questo aiuterà Bagnaia a comprendere l’importanza della sua impresa, quando ci penserà «con calma, nei prossimi giorni».