Agli Europei di Monaco inizialmente Elia Viviani avrebbe dovuto concentrarsi solo sulla prova nella quale l’anno scorso si laureò campione del mondo: l’eliminazione su pista di ciclismo. Dopo il forfait di Giacomo Nizzolo, però, il ct Daniele Bennati lo ha coinvolto anche nella prova in linea su strada, alla quale oggi ha preso parte, piazzandosi al settimo posto.
Dopo 209 chilometri, l’azzurro ha chiamato il tecnico della pista Marco Villa e gli ha manifestato la propria disponibilità per la prova per la quale era stato convocato. Non solo vi ha partecipato, ma l’ha dominata, prendendosi l’oro europeo.
Un’impresa da raccontare. Roba da gladiatori. Viviani, cinque ore dopo una fatica lunga ed estenuante, ha avuto la forza e la lucidità per presentarsi sulla pista, dopo una doccia fugace e un massaggio super-rilassante. Dopo un avvio controllato, ha assunto il comando delle operazioni, rimanendo sempre nella parte alta del gruppo. Negli ultimi giri ha fatto esplodere la propria potenza e si è messo alle spalle il tedesco Theo Reinhardt, che si è messo al collo la medaglia d’argento, e il belga Jules Hesters, alla fine bronzo. Concorrenti alla portata del corridore e pistard veneto, ma questo nulla toglie alla sua impresa titanica.
«Volevo esserci a tutti i costi - le parole di Elia -: mi sarebbe piaciuto mettermi al collo anche una medaglia su strada, ma va bene così. L’eliminazione è la mia corsa. Mi fa piacere vedere tanti ragazzi in pista, ora abbiamo un movimento e sarà davvero difficile per me arrivare fino ai Giochi di Parigi, perché la concorrenza è sempre più alta. Marco Villa non era tanto convinto della mia scelta, lo erano di più Amadio e il presidente Dagnoni, ma comunque è andata bene. Finita la gara su strada sono salito sul bus della Nazionale, ho fatto la doccia, quindi sono rientrato in albergo, c'era il massaggiatore ad attendermi: un bel massaggio e via verso il velodromo. Mezz'ora di riscaldamento e poi questa bellissima vittoria».
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