Colpi di scena a ripetizione nella vicenda di Novak Djokovic, il numero 1 del tennis mondiale che ha avviato una battaglia con le autorità australiane dopo essere entrato nel Paese senza vaccino per partecipare agli Australian Open, chiedendo un’esenzione. Il ministro dell’immigrazione Hawke ha annullato per la seconda volta il visto d’ingresso al tennista, che gli era stato restituito da un tribunale dopo il primo ritiro. I legali di Djokovic hanno fatto ricorso contro la conseguente espulsione, che è stata sospesa dalla giustizia australiana. Il governo ha accettato la decisione, ma ne ha chiesto il fermo da domani, 15 gennaio.
Novak Djokovic sarà posto in detenzione dopo che verrà sentito dalla polizia di frontiera e nel frattempo potrà restare a fianco dei suoi avvocati mentre preparano le richieste da presentare ad una nuova udienza prevista per domenica mattina. Lo ha stabilito il giudice dello Stato di Vittoria Anthony Kelly dopo la richiesta del governo secondo quanto riferito dal quotidiano australiano The Age. Il giudice ha ordinato ai funzionari di frontiera di non espellere il tennista fino all’esito della battaglia legale in corso. Ha anche ordinato ai legali di Djokovic di presentare e notificare le richieste e dichiarazioni giurate.
Il suo caso era stato trasferito alla Corte federale. Il giudice Anthony Kelly dello Stato australiano di Vittoria, che aveva bloccato a suo tempo il primo tentativo di espulsione della star del tennis dall’Australia, e che è lo stesso che aveva convocato l’udienza urgente di questa mattina (sera in Australia), ha infatti deciso di deferire il caso a un nuovo tribunale e un nuovo giudice.
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