Giovedì 19 Dicembre 2024

Le lacrime di Juantorena dopo il crac dell'Italvolley

Juantorena in lacrime dopo la sconfitta

Era da Barcellona ’92 che la pallavolo maschile azzurra non falliva l'ingresso tra le prime quattro alle Olimpiadi. Si chiude con le lacrime di Juantorena l’avventura dell’Italvolley, che a Tokyo 2020 ha fatto crac. Sconfitto per 3 set a 2 contro l’Argentina (21-25, 25-23, 25-22, 14-25, 15-12), al termine di una gara tirata in tutti e cinque i set ma in cui gli azzurri si salvano solo nel quarto set, un monologo dell’Italia che porta all’ultimo atto. Ma proprio nella quinta frazione la più esperta squadra sudamericana trova la svolta nel finale (11-14) chiudendo 15-12 e prendendosi la semifinale che può valere una medaglia storica. Solo una volta, a Seul 1988, l’albiceleste ha vinto il bronzo. Una sconfitta dura da digerire, per un’Italia che puntava a migliorare l’argento di Rio e invece torna a casa con un pugno di mosche. Al di sotto delle aspettative la prestazione di Ivan Zaytsev, giustificato parzialmente dal guaio alla mano che teneva in apprensione Gianlorenzo Blengini da almeno due partite. Il ct azzurro, tuttavia, al termine della gara ha difeso la scelta di puntare ancora sull’opposto titolare piuttosto che dare una chance a Luca Vettori: «Rimpianti non ne ho e l’ho chiesto anche alla squadra. Mi assumo completamente la responsabilità delle scelte e delle decisioni», ha spiegato a fine match Blengini. Per il ct azzurro «Ivan ha dato ogni goccia di sudore e fatica per cercare di dare il suo contributo». Dal canto suo, l’opposto di Modena non nasconde tutta la sua amarezza: «Dispiace aver perso questa partita», spiega Vettori, che a Parigi avrà 34 anni e non ha certezza sul suo prosieguo in azzurro. «Ora penso ad ora - taglia corto -. Non siamo dei serbatoi da riempire, l’Olimpiade era il mio focus questa estate. Volevo provare a giocare questi minuti e sono contento di questo». Dopo 6 anni si chiude sicuramente l’avventura sulla panchina azzurra di Gianlorenzo Blengini, che sarà sostituito da De Giorgi come da scelta preolimpica: «Per me allenare la Nazionale italiana è stato prima che un orgoglio, un privilegio. Rappresentare il mio paese in due Olimpiadi consecutive è una cosa che si commenta da sola», ha tenuto a specificare il ct. «All’inizio del torneo lo avevo detto che l’Argentina era una squadra che arrivava qui con un momento di maturità quasi ideale e con ambizione - ha aggiunto -. Una squadra capace, esperta, che difendeva molto. Abbiamo lottato, umilmente, affrontandola come doveva essere affrontata: una partita molto difficile. L’approccio credo lo abbia dimostrato. E credo anche la resistenza, andando sotto 2-1 e recuperando. Ma loro vanno avanti, noi ci fermiamo qua. Non troviamo scuse. A noi piace dare tutto in campo». Italia fuori dalle prime quattro e pronta alla ricostruzione per il dopo Blengini. Il ct aveva difeso il suo ruolo nonostante il doppio incarico con la Lube nel febbraio scorso. Voleva l’oro dopo l’argento di Rio perso in finale con i padroni di casa del Brasile. Ma forse il doppio incarico prima potrebbe aver inciso sulle energie e sulla psicologia di un gruppo che fin dall’inizio dell’Olimpiade ha mostrato fatali debolezze in diverse fasi di gioco. Ora spetterà a Ferdinando De Giorgi ricostruire la truppa Azzurra. Tra neanche un mese, il primo settembre, inizierà il campionato Europeo, di tempo ce n’è veramente poco.  

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