Durante le Olimpiadi di Tokyo gli atleti potrebbero essere sottoposti a tamponi giornalieri per determinare la presenza o meno del coronavirus, piuttosto che con una cadenza di 4 giorni, come attualmente previsto. Lo rivelano fonti a conoscenza del dossier al momento all’esame del comitato organizzatore all’agenzia Kyodo, spiegando che l'obiettivo al presente è quello di non compromettere la simultanea campagna di vaccinazione che si dovrà svolgere regolarmente per la popolazione, con la adeguata presenza di personale medico. Gli organizzatori e il governo metropolitano stanno valutando se una simile operazione possa essere condotta durante i raduni pre-estivi, nelle diverse località del Giappone. La scorsa settimana, la presidente del comitato organizzatore di Tokyo, Seiko Hashimoto, aveva detto che una maggiore frequenza dei tamponi sarebbe stata considerata in linea con la diffusione delle varianti del virus, mentre in dicembre una commissione interna dei Giochi sulle tipo di contromisure da adoperare durante l’evento, segnalava che i test medici sugli atleti partecipanti sarebbero stati condotti a distanza di 96-120 ore. La prima edizione del Playbook distribuito agli sportivi in febbraio, parlava invece di tamponi somministrati ogni 4 giorni. Ad oggi non esiste l’obbligo di vaccinazione per gli atleti che intendono prendere parte alle Olimpiadi, e di recente il presidente del Comitato internazionale (Cio), Thomas Bach, ha riferito che il comitato sportivo cinese ha offerto la sua disponibilità delle scorte di vaccini per chi partecipa a Tokyo. Alla proposta, la presidente Hashimoto ha espresso le sue riserve, osservando di non escludere «un considerevole livello di preoccupazione al riguardo per gli atleti», e aggiungendo di volere risolvere la questione internamente con il governo giapponese. ANSA