Olimpiadi di Tokyo 2020, il comitato punta alla presenza degli spettatori: "No a nuovo rinvio"
«L'organizzazione delle Olimpiadi di Tokyo senza la presenza degli spettatori non è attualmente allo studio». Lo ha detto in un’intervista al giornale Yomiuri Shimbun la presidente del comitato olimpico nazionale, Seiko Hashimoto, confermando che una decisione finale sarà presa verso fine marzo, con la consultazione del comitato internazionale (Cio) e le altre entità specializzate. «Chiaramente dipenderà dall’evoluzione della pandemia, ma dal momento che gli spettatori sono stati autorizzati ad essere presenti in altre manifestazioni sportive di recente, penso al tennis, la gente potrebbe chiedersi: 'E perché no alle Olimpiadi?'». Alla domanda sulle difficoltà degli atleti di allenarsi in queste condizioni, e il processo di selezione che in alcuni sport deve ancora essere portato a termine, Hashimoto - che ha partecipato a ben 7 edizioni dei Giochi, tra Olimpiadi estive ed invernali - ha detto che malgrado le lunghe interruzioni delle gare durante l’emergenza sanitaria molti atleti hanno trovato tecniche alternative di allenamento, usando sistemi di controllo online creati appositamente durante i vari lockdown. Hashimoto si è dimostrata meno ottimista su un ulteriore posticipo dei Giochi, spiegando che il primo rinvio ha significato un esborso eccessivo di fondi che il pubblico non è più disposto a tollerare. Sebbene il Cio abbia detto che non prevede di rendere le vaccinazioni contro il Covid obbligatorie per gli atleti e per chi intende partecipare, Hashimoto si è detta sicura che la campagna di immunizzazione globale contribuirà a diffondere «un maggior senso di sicurezza», rafforzando a sua volta l’opinione generale per una organizzazione in sicurezza dei Giochi. In merito alla vicenda che ha riguardato il suo predecessore e mentore politico, Yoshiro Mori, obbligato a dimettersi a metà mese per i suoi commenti giudicati sessisti sul ruolo delle donne, Hashimoto ha detto che «quelle dichiarazioni sono inaccettabili, ma il fatto che si sia scusato e poi dimesso dimostra il suo senso di rimorso. Comunque senza la sua direzione il comitato nazionale non sarebbe mai arrivato dove è adesso