Naomi Osaka e Jennifer Brady si affronteranno nella finale femminile degli Australian Open, primo Slam della stagione che si avvia alla conclusione sul cemento di Melbourne Park. La 23enne giapponese si conferma un tabù per Serena Williams, battuta ancora una volta: 6-3 6-4 in un’ora e 15 minuti di gioco a favore della numero 3 del mondo, che giocherà così la quarta finale in uno Slam dopo i successi agli Us Open (2018 proprio contro Serena e 2020) e il trionfo a Melbourne di due anni fa.
Partita senza storia, dominata dalla Osaka - imbattuta da 20 match - contro una Williams per la quale il record dei 24 Slam di Margaret Court si sta via via trasformando in una maledizione: basti pensare che in carriera non aveva mai perso nessuna delle sette semifinali disputate fin qui nell’Open australiano.
Finisce così in lacrime la statunitense che, dopo il convincente successo sulla Halep, aveva fatto pensare che fosse la volta buona per tornare a conquistare un Major che manca nella sua personale bacheca dal successo ottenuto proprio a Melbourne nel 2017. Da allora 4 finali perse e tante altre delusioni al rientro dalla maternità e ora, a 39 anni, Serena potrebbe pensare a lasciare. «Non so, se dovessi decidere di smettere non lo direi comunque a nessuno», la sua risposta in conferenza stampa alle domande sul futuro.
Per una favola che non riesce a trovare il lieto fine, a Melbourne ce n'è un’altra - sempre a stelle e strisce - che si sta scrivendo, quella di Jennifer Brady che a 25 anni conquista la sua prima finale in uno Slam. Nella sfida fra le due rivelazioni del torneo, ha la meglio la statunitense che piega Karolina Muchova per 6-4 3-6 6-4 in quasi due ore di gioco e si guadagna il diritto di affrontare la Osaka.
Alla Rod Laver Arena la ceca dimostra che il successo su Ashleigh Barty non è stato casuale ma la Brady, semifinalista all’ultimo Us Open, nei momenti decisivi si è dimostrata più solida e determinata, chiudendo i conti al quinto match point. (
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