Digerita la sconfitta nel primo turno di regate, Luna Rossa si riscatta prontamente e, nella seconda giornata di match race della Prada Cup (la selezione fra gli sfidanti del 'defender' della 36ª America's Cup di vela), centra il riscatto. L'imbarcazione griffata Prada-Pirelli, che gareggia sotto il guidone del Circolo della Vela Sicilia di Palermo, ha sfruttato le condizioni di vento leggero - che soffiava fra i 5 e i 10 nodi - e ha battuto nettamente American Magic. Nel match race (la sfida uno-contro-uno) andato in scena nel golfo di Auckland (Nuova Zelanda) la 'Luna' dello skipper Max Sirena ha fatto la voce grossa, dopo il ko del giorno precedente contro gli inglesi di Ineos. Il team italiano ha così chiuso il primo Round Robin in seconda posizione. American Black Magic è stata battuta nella seconda regata anche da Ineos UK, attualmente al comando della classifica, con tre successi in altrettante regate, seguito da Luna Rossa. La regata odierna vinta da Luna Rossa (in Nuova Zelanda il fuso è notevole, 12 ore in avanti rispetto all'Italia) è stata caratterizzata da buchi di vento e da una brezza molto leggera, che ha creato non pochi grattacapi ai sontuosi AC75, barche di poco meno di 23 metri. I 'lunatici' sono stati abili a rimanere sui foil il più a lungo possibile e dunque a fare la differenza soprattutto nei due lati di bolina. L'imbarcazione statunitense è risultata troppo lenta e non è nemmeno riuscita a tagliare il traguardo, chiudendo con un ritardo fuori tempo massimo. Luna Rossa ha invece archiviato la propria esibizione - ridotta da tre a due giri del campo di regata - in 38'54", dopo avere sfruttato il vantaggio di entrare per prima nella zona di pre-start e dunque di guadagnare subito oltre 200 metri nei confronti di 'Patriot'. I velisti a stelle e strisce sono letteralmente naufragati, accumulando un ritardo di 7'38" al primo gate di bolina, poi si sono trovati addirittura in vantaggio nel primo lato di poppa - un illusorio +600 metri - ma è durato poco. Luna Rossa ha trovato pressione ed è letteralmente decollata fra le onde del suggestivo golfo di Hauraki. Per il neozelandese Dean Barker e i suoi si è fatta notte. L'australiano James Spithill e il palermitano Francesco Bruni, di contro, si sono involati verso un successo strameritato. "Siamo molto contenti, è stata una di quelle gare che si possono vincere o perdere molto facilmente - il commento di Bruni -. Era davvero impegnativo per i ragazzi produrre energia, è più difficile nel vento leggero che con raffiche più forti. Quindi posso dire che hanno fatto un lavoro fantastico. La barca era sempre piena di energia per pompare per decollare, sono molto orgoglioso del team".