F1: dai successi di Hamilton al "miracolo" di Grosjean, per la Ferrari nel 2020 soltanto record negativi
In un Mondiale di Formula 1 atipico a causa del coronavirus, le certezze sono state ancora Lewis Hamilton e la Mercedes, mentre la Ferrari ha un po' deluso le aspettative proprie e dei tifosi. Nonostante le potenziali insidie, per il pilota britannico il 2020 è stato l’anno dei record: eguagliato Michael Schumacher con sette titoli mondiali e superato nel numero di GP vinti, raggiungendo quota 95 grazie agli 11 trionfi sui 16 corsi in stagione, con una gara saltata a Sakhir (la prima dall’esordio in F1) per la positività al coronavirus. Difficile chiedere di più, anzi: Hamilton ha dimostrato di saper vincere in ogni modo, anche su tre ruote a Silverstone. Non c'è mai stata battaglia con Valtteri Bottas, compagno di scuderia e primo "rivale", se così può essere definito un secondo posto a 124 lunghezze di distacco. Il finlandese ha salvato il salvabile, regalando alla Mercedes la doppietta in classifica piloti pur col brivido e con Max Verstappen alle calcagna che, al volante della Red Bull, ha chiuso solamente a -9. L’olandese ha vinto lo stesso numero di Gran Premi di Bottas, due, ma soprattutto è salito in altre nove circostanze sul podio, penalizzato solamente dai cinque ritiri. Sarà presumibilmente Verstappen, quindi, il nemico numero uno per le Mercedes nel 2021 con la Red Bull che nel frattempo ha piazzato il colpo Sergio Perez: il messicano, quarto in classifica piloti e con la soddisfazione di aver tinto di rosa il podio di Sakhir portando al successo la Racing Point, prenderà il posto di un deludente Alexander Albon, che resterà nel team come tester e pilota di riserva. Difficile, se non impossibile, ipotizzare invece una Ferrari ad alti livelli prima del cambio di regolamento che avverrà nel 2022. La SF1000 ha inanellato una serie di record negativi da dimenticare al più presto: zero giri nella stagione al comando, nessuna vittoria e un sesto posto nella classifica costruttori che rappresenta la seconda peggior prestazione di sempre (peggio andò solamente nel 1980 con la decima piazza). Illusorio il secondo posto di Charles Leclerc a Spielberg che ha aperto le danze di uno sciagurato 2020, un podio che la Ferrari ha assaporato solamente in altre due circostanze: una con il monegasco a Silverstone e l’altra con Vettel in Turchia. Il tedesco si è congedato dalla Rossa con un commovente team radio adattando il testo di 'Azzurrò di Celentano dopo una storia d’amore lunga sei anni, ma con i due amari secondi posti del 2017 e del 2018, lasciando il sedile a Carlos Sainz, in arrivo dalla McLaren. L’unica grande gioia per una scuderia italiana è invece arrivata con l’AlphaTauri, vincitrice con Pierre Gasly a Monza. Sarà dunque con ogni probabilità un’altra stagione di sofferenza e transizione per la Ferrari, che gareggerà con una nuova power unit ma non avrà grandi margini di manovra con il congelamento del telaio e poche opportunità di sviluppo per l’aerodinamica prima di avviare un nuovo ciclo. Lo sviluppo, d’altronde, può fare passi da gigante anche in poco tempo e ne sa qualcosa Romain Grosjean, protagonista di uno spaventoso incidente nel primo giro del GP del Bahrein. Una palla di fuoco ha avvolto la sua Haas dopo lo scontro con il guardrail, con la vettura spezzata in due tronconi ma con il pilota uscito dal rogo dopo ventotto interminabili secondi. Quello che è stato descritto come un 'miracolo' avrebbe potuto però riservare conseguenze ben più tragiche senza il sistema Halo, una sorta di 'aureola' in titanio che circonda la testa del pilota ed è stato inserito sulle monoposto del 2018 tra l'iniziale scetticismo di alcuni dei protagonisti, tra cui proprio Grosjean (che invece se l’è cavata "solamente" con un’operazione alle mani per le ustioni). Il franco-svizzero non tornerà in pista in un 2021 che vedrà tante novità, tra cui la Racing Point che si 'trasforma' in Aston Martin e ripartirà con l’ex Ferrarista Vettel al fianco di Stroll, l’Alpine F1 (ex Renault) con il ritorno dell’ex campione del mondo Alonso e Ocon, la McLaren (che torna al motore Mercedes) con il nuovo acquisto Ricciardo e il confermato Norris, ma soprattutto l’esordio in F1 di Mick Schumacher. Dopo il titolo in F2, il classe 1999 della Ferrari Academy farà il suo ingresso in classe regina al volante della Haas. Proprio dopo aver visto cadere tutti i record detenuti da papà Michael a causa del cannibale Hamilton, che nel frattempo si diverte a tenere sulle spine la Mercedes e i suoi fan per il rinnovo del contratto. Ma il 21 marzo 2021, a Melbourne, Lewis sarà ancora l’uomo da battere. ITALPRESS