"Io combatto, non mollo. Come in carriera quando sfidavo i campioni africani. Ma una cosa voglio dire: l'Italia si deve vergognare. A questo Paese ho dato tanto sempre il cuore, ho vinto tanto ma in cambio non ho ricevuto nulla". È l'amaro sfogo dalle pagine della "Gazzetta dello Sport" di Salvatore Antibo, argento olimpico a Seul nei 10000 metri e doppio oro agli Europei di Spalato 1990, che da trent'anni lotta contro l'epilessia. "La malattia è incurabile, ho una media di 60 crisi al mese, 2 al giorno anche se in alcuni giorni sono arrivato a quattro. C'è però una possibilità di poter ridurre questo numero. Da giugno sono in attesa di un intervento. Dovrebbero inserirmi all’altezza della spalla un elettrostimolatore vagale (nella scapola sottocutaneo dove passa il nervo vago, ndr) ma a oggi non ho più avuto notizie. L’emergenza causata dal Covid ha praticamente bloccato tutto il resto del sistema sanitario. E poi se io dovessi entrare oggi in un ospedale sarei a forte rischio perchè sono epilettico e asmatico. Aiuti non ne voglio - chiarisce Antibo - desidero solo essere trattato come tutti quei cittadini che hanno bisogno di cure. Ma certo, per l’atletica e per l’Italia sono scomparso", aggiunge anche se l’anno scorso però è stato ricevuto a Roma dal presidente della Fidal Giomi. ITALPRESS