"Mi sento pronto per affrontare il primo anno di F1, credo che sia uno stato d’animo necessario per far fronte a ciò che viene verso di te. Sino a ora ho cercato di capire il più possibile, di dare risposte corrette. Ma so di essere lontano da una completa comprensione della macchina. I test servono a questo, anche se devi imparare molte cose in poco tempo". Mick Schumacher non vede l’ora. Dopo i primi assaggi, il figlio del sette volte campione del mondo Michael è atteso il prossimo anno dall’esordio nel circus al volante di una Haas. Il connazionale Vettel è già prodigo di consigli ("Il più prezioso che mi ha dato? Sii te stesso. Fidati di te stesso. Non avere paura di mostrarti per ciò che sei") ma è chiaro che l’attenzione su Schumi jr sia tanta visto quello che ha fatto il padre. "Non ho mai avuto problemi quando viene ricordato mio padre Michael, quando si cerca un paragone - assicura al 'Corriere della Sera' - Il fatto di avere a che fare con una figura rilevante credo sia un onore e uno stimolo. Per me significa impegno, cercare di dare il meglio, se possibile, non vivo tutto questo con pesantezza". Il 21enne pilota tedesco si diverte anche a guardare vecchi Gp cercando "il significato più autentico e profondo di alcuni momenti che hanno segnato la storia delle corse. Il tempo cambia le macchine e le dinamiche ma c'è sempre l’occasione di scoprire qualcosa che ha inciso sui capitoli successivi. Nello sviluppo di uno sport complesso come il nostro si possono individuare molte cose preziose. Oggi i gesti, le tecniche, gli approcci sono frutto di ciò che appartiene al passato. In particolare io sono interessato ai sorpassi. Alle tecniche e allo stile del sorpasso". Schumacher arriva in una F1 dominata da Hamilton, anche se secondo Verstappen con quella Mercedes in molti vincerebbero. "Quando guardiamo un campione che domina una intera epoca c'è il rischio di trascurare qualcosa di importante - commenta Schumi jr -. Il lavoro enorme che richiede, quanto siano rilevanti le risorse, le energie e il talento applicati da quel campione che poi vince. Il discorso vale per Hamilton come per mio padre. Non c'è nulla di casuale dentro un grande successo. È un iceberg, del quale spesso vediamo solo la punta che affiora dall’acqua". ITALPRESS