La venere del tennis, Venus Williams, istituzione vivente di questo sport, compie domani (mercoledì 17 giugno) 40 anni. Sarebbe riduttivo parlarne in termini meramente sportivi, Venus Williams è molto di più: un’icona, un modello di riferimento che oltrepassa i confini del campo. I numeri sul rettangolo da gioco: 23 titoli Slam, fra singolare (7), doppio (14) e misto (2), oltre che numerose finali. Quattro ori olimpici, uno in singolo e gli altri tre in doppio, ne fanno la tennista più medagliata di sempre nella storia di questo sport insieme alla sorella Serena. Non è possibile dire qualcosa di una delle due sorelle Williams escludendo l’altra. Il loro successo viene da lontano, sono state cresciute per questo scopo. Basti pensare che il padre mise giù un progetto di 78 pagine in cui veniva spiegato nei dettagli come intendeva portare le due figlie ai vertici del tennis mondiale. Obiettivo raggiunto, per entrambe. Richard Williams "iniziò" le due figlie al mondo del tennis sin da piccole, quando avevano rispettivamente 4 e 5 anni. Più grande di Serena di 15 mesi, Venus ha iniziato a farsi notare con la racchetta in mano all’età di 7 anni a Compton, California, vicino al luogo in cui è nata, la cittadina di Lynwood. Ha debuttato nel circuito professionistico a fine 1994 e nel 1997, all’età di 17 anni, raggiunge una sorprendente finale agli US Open contro la n.1 dell’epoca, Martina Hingis. Venus perde con un netto 6-0, 6-4, concludendo l’anno con un ottimo 22esimo posto nel ranking. I successi arriveranno presto, già a partire dall’anno successivo, il 1998, in cui Venus conquista il suo primo dei 49 titoli individuali Wta a Oklahoma, per poi replicare in coppia con Serena (i Wta in doppio saranno 22). Il 1998 dà il via a una carriera di successi, stabilendo l’egemonia delle Williams sul tennis mondiale. Non solo sorelle e compagne, ma rivali. Sempre il 1998 è l’anno in cui le due si affrontano per la prima volta, agli Australian Open, dove prevale Venus. Nel complesso gli incroci saranno 30, di cui 9 volte in una finale Slam, con Serena in vantaggio per numero di match vinti (18-12). Facendo coppia nei tornei di doppio poi, le due si sono aggiudicate 14 prove del Grande Slam e tre medaglie d’oro a testa insieme nel doppio femminile. In un’intervista su 'The players Tribune', la stessa Venus spiega il rapporto con la sorella usando queste parole: "Essere la sorella maggiore significa che, quando la mia sorellina ha fatto il suo debutto tra i professionisti, sono diventata un sacco di cose nuove per lei: la sua collega, la sua concorrente, il suo socio in affari, la sua compagna di doppio. Ma ero ancora, prima di tutto, l’unica cosa che ero sempre stata: la sua famiglia. Ero la suo protettrice, la sua prima linea di difesa contro le forze esterne. E l’ho adorato". Come progettato dal padre, Venus e Serena hanno raggiunto i vertici del tennis mondiale, facendone la storia e imponendo la loro dominanza fisica sul campo. La loro potenza ha anche abbattuto pregiudizi di tipo razziale e di genere (Venus la prima afroamericana al numero uno del ranking), superando critiche cervellotiche e illazioni (come la presunta combine organizzata dal padre a Indian Wells). Neanche una malattia autoimmune nel 2011 le ha impedito di andare avanti e continuare a fare la storia del tennis, uno sport cambiato, in meglio, dall’avvento suo e di sua sorella Serena, nel frattempo diventata mamma di Alexis Olympia. ITALPRESS