"Vi vedo rimanere in silenzio. Siete alcune delle più grandi star eppure restate in silenzio davanti all’ingiustizia. Nemmeno un segno da parte del mio mondo che, ovviamente, è uno sport dominato dai bianchi. Ma sappiate che so chi siete e vi vedo". Lewis Hamilton usa parole pesanti per criticare una Formula Uno indifferente verso quanto sta accadendo negli Usa dopo l’omicidio di George Floyd.
Il sei volte campione del mondo della Mercedes ricorda di essere "l'unico di colore lì e sono solo", e pur prendendo le distanze dalle violenze consumate durante le manifestazioni, sostiene "coloro i quali stanno protestando in modo pacifico. Ma non può esserci pace se i nostri cosiddetti leader non fanno dei cambiamenti, non solo in America ma anche nel Regno Unito, in Spagna, in Italia, dovunque. Il modo in cui vengono trattate le minoranze deve cambiare: non siamo nati con i cuori pieni di razzismo e odio, ci sono stati trasmessi da quelli a cui guardiamo con ammirazione". Il post di Hamilton non è passato inosservato.
Charles Leclerc, pur ribadendo il disagio di intervenire via social su certi temi, scrive di faticare a trovare le parole "per descrivere l’atrocità di alcuni video che ho visto. Il razzismo va combattuto con le azioni, non col silenzio. E’ nostra responsabilità parlare contro le ingiustizie. Non restiamo in silenzio".
Anche Daniel Ricciardo si è schierato, definendo la morte di Floyd "una disgrazia". "Il razzismo è tossico e va affrontato non con la violenza o col silenzio ma con unità e azioni", ha scritto l’australiano. E altri piloti come Lando Norris, Sergio Perez e Nicholas Latifi hanno approfittato dei social per rispondere all’appello di Hamilton. ITALPRESS
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