Adesso è ufficiale: anche il Gran Premio d’Azerbaijan, in programma il 7 giugno, è stato rinviato a data da destinarsi. Vista l’emergenza globale legata alla diffusione del coronavirus, sono stati gli stessi organizzatori, d’accordo con Fia e governo azero, a optare per lo slittamento in quanto "la preoccupazione principale è la salute e il benessere della nostra gente, dei tifosi di Formula Uno e di tutti gli attori del circus".
Resta però la speranza di collocare più in là la gara di Baku che, dopo la cancellazione di Australia e Monaco e il rinvio di Bahrain, Vietnam, Cina, Olanda e Spagna sarebbe dovuta essere la prima gara della stagione 2020. A questo punto, calendario alla mano, la F1 potrebbe partire il 14 giugno dal Canada.
Intanto, Lewis Hamilton si schiera contro i 'furbetti' che non rispettano le disposizioni delle autorità ed escono di casa, esponendosi al contagio da coronavirus. Il sei volte campione del mondo di F1 su Instagram ha definito "irresponsabile ed egoista" il comportamento di quanti sfidano la diffusione della pandemia, nonostante gli ordini di confinamento.
Il pilota britannico ha espresso la sua "tristezza" per "il numero di morti nel mondo" osservando che "non c'è nient'altro che possiamo fare se non isolarci per prevenire il contagio e la diffusione". Invece, ha sottolineato il pilota inglese, "ci sono ancora persone che escono e vanno al bar, nei club ed a grandi riunioni, che personalmente ritengo sia completamente irresponsabile ed egoista".
Quando ancora la Formula 1 si interrogava sull'opportunità o meno di avviare la stagione, Hamilton, 35 anni, si è distinto per essere stato uno dei pochi ad esprimere pubblicamente il suo disaccordo con la decisione dei funzionari di F1 di provare a correre il Gran premio d’Australia, il 15 marzo. La gara è stata poi cancellata all’ultimo momento, dopo lunghi ritardi. Da allora, altri sette Gran Premi sono stati eliminati o rinviati, l'ultimo quello in Azerbaigian.
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