I club dovranno avere voce in capitolo quando verrà stilato il calendario delle partite internazionali dopo il 2024 «perchè noi siamo quelli che investono veramente e si assumono i rischi». Così Andrea Agnelli, presidente dell’ECA, nel corso del suo intervento al World Football Summit di Madrid, l’evento annuale che riunisce oltre 2300 addetti ai lavori del mondo del calcio.
«Dobbiamo guardare al futuro e dobbiamo chiederci se il modello attuale è sufficiente per mantenere la leadership nel mondo dello sport - ha detto il n.1 della Juventus che ha confermato l’arrivo della terza coppa «voluta fortemente dai club, soprattutto quelli più piccoli, per avere maggiori possibilità di partecipare ai tornei europei durante la stagione. Il fatto che anche loro possano partecipare alle partite internazionali permetterebbe loro di crescere e anche mettere in mostra i propri giocatori», ha detto Agnelli che ha fatto sapere che c'erano state discussioni iniziali con l’Uefa sull'allargamento dell’Europa League da 48 a 64 squadre, ma alla fine ha prevalso il convincimento che così facendo si sarebbe danneggiato il secondo livello della competizione che già 'lotta' commercialmente rispetto alla Champions League.
L’ipotesi adesso sul tappeto è di ridurre l’Europa da 48 a 32 squadre. Ma la cosa che sta più a cuore alle società di calcio è quella di «equiparare i tornei delle varie confederazioni così da permettere ai giocatori di avere tutti lo stesso tempo di vacanza di quattro settimane». «Lo dico nell’interesse di tutti - ha aggiunto Agnelli - I giocatori sono eccezionali, ma non sono macchine. I giocatori di football sono come le auto di F1, se tu in realtà li utilizzi troppo, alla fine si rompono».
Per questo motivo, Agnelli ha anche detto che sarebbe ideale limitare il potenziale numero massimo di partite per club a 43 a stagione: «Voglio essere sicuro che su questo punto saremo ascoltati bene quando metteremo mano al prossimo calendario internazionali».
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